Catania
San Cristoforo, lo spaccio era gestito come un’azienda (con fatturato record)
CATANIA – Garantiva introiti che si aggiravano intorno ai 15 mila euro al giorno il giro di spaccio di cocaina e marijuana a cui stamane hanno messo fine i carabinieri di Catania durante un’operazione, denominata «Bivio», che ha interessato il quartiere di San Cristoforo, culminata all’alba di stamane nell’arresto di 23 persone, tra cui tre minorenni all’epoca dei fatti, e che ha permesso in un anno di assicurare alla giustizia in totale 27 componenti di due differenti organizzazioni che spacciavano cocaina e marijuana.
FOTO E NOMI DEGLI ARRESTATI
Sedici persone erano già state arrestate in flagranza durante le indagini. Ora nei confronti di tutti e 27 è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione finalizzata al traffico illecito e spaccio di sostanze stupefacenti per il periodo che va dall’aprile all’agosto del 2017. L’ordinanza è stata emessa dal Gip di Catania su richiesta della Dda e dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni su richiesta della Procura competente. I particolari dell’operazione sono stati illustrati durante una conferenza stampa alla quale ha preso parte, tra gli altri, il Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro.
Durante le indagini i militari hanno accertato che i due gruppi criminali spacciavano i due zone del quartiere, le vie Alogna e Trovatelli, distanti un centinaio di metri l’una dall’altra. Fornivano una marijuana e cocaina, l’altra solamente cocaina. La droga proveniva dai clan Santapaola e Cappello.
Avevano una organizzazione piramidale quasi fosse una industria con un manager che determinava turni, orari e sostituzioni, l’altra aveva una conduzione più familiare. Le due organizzazioni inoltre «collaboravano» tra di loro per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine con vedette con auto e motocicli che avvisavano i relativi «vicini».
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Erano stati segnalati come assuntori oltre 100 clienti e sequestrati 5 kg di marijuana, 200 grammi di cocaina e 5.000 euro in contanti. Le indagini hanno anche consentito di accertare che una delle due organizzazioni aveva nella sua disponibilità una considerevole quantità di armi a fuoco pronte all’uso. Uno degli indagati è stato trovato in possesso di tre pistole di vario calibro e di munizioni.