Catania
Samara, Za’ Mara e la figlia del custode del cimitero
Catania – Ci mancava pure questa: Samara Morgan, la protagonista del film horror “The Ring”, che nel 2002 terrorizzò le sale cinematografiche di tutto il mondo, è stata avvistata a Catania e non solo. Una stupida goliardata che poteva costare molto cara al giovane autore del macabro travestimento. Quella di fare “sautari l’attarizzi” alle persone non è una novità. Cos’è, semplice “sfacinnamento” o, come appare più probabile, voglia di protagonismo? Il fenomeno, amplificato dai video postati sui social, rischia di dilagare in tutta Italia, dove peraltro già ha provocato non pochi problemi di ordine pubblico. Foggia, Napoli, Catanzaro in primis.
Nella prima pellicola diretta da Gore Verbinski (ne seguiranno altre due ad opera di registi diversi), Samara è una bambina dotata di poteri psichici soprannaturali, uccisa dalla madre adottiva perché la sua presenza provocava misteriose sciagure a chi le stava attorno. Il suo fantasma, impresso su un nastro magnetico, provocherà la morte di chi avrebbe assistito alla visione di esso. Tante sono le storie di fantasmi che tra verità e leggenda circolano nella nostra città, ma uno “spiddo” in carne e ossa, tranne che a Carnevale o Halloween, nelle strade catanesi chi se lo aspettava? Perfettamente truccata, lunghi capelli neri a coprire il volto, camicia da notte bianca, coltellaccio in mano e la bambola a fianco, a Catania è stata avvistata una prima volta a San Berillo, dove ha spaventato a morte una prostituta. La poveretta, dopo un attimo di comprensibile smarrimento, avendo compreso lo scherzo, ha pure mollato un paio di meritati ceffoni al “fantasma”. Ma anche a Librino, durante la seconda “apparizione”, non è andata meglio. Lì ha rischiato addirittura il linciaggio. “Manifestatasi” all’improvviso nel buio della notte davanti a una comitiva di giovani, le ragazze hanno cominciato a urlare impaurite: “Aiuto! Aiuto! È china di cutedda!” I ragazzi, invece, per nulla intimoriti dalla curiosa presenza, dopo averla circondata l’hanno sbeffeggiata: “‘E chi vinni cannaluari!? A ca leviti stu frasciami ca c’hai di ‘ncoddu, ’o curi…!!!”. Vola nel frattempo qualche schiaffone. L’intervento della polizia è stato provvidenziale. Non manca chi si diverte a giocare col suo nome. Samara come assonanza è simile alla ben nota Za’ Mara. La simpatica vecchietta semi-reticente impersonata dal comico catanese Sandro Vergato, in un video che sta facendo il giro del web, si esprime alla sua maniera: “Nenti sacciu!…. ma quacchi cusuzza ‘…a sacciu!
Catania è ricca di leggende misteriose. Una delle tante risalirebbe alla seconda metà dell’800, allorquando nei pressi dell’antica chiesa della “Mano Santa” (abbattuta negli anni ’60 dello scorso secolo nel quartiere Antico Corso), nottetempo si verificò una violenta sassaiola all’indirizzo delle vicine abitazioni. Da dove partissero tutte quelle pietre, nessuno riuscì a capirlo, neanche la gendarmeria chiamata a intervenire a più riprese. Il fenomeno si ripetè a intervalli regolari nelle notti successive. Durò circa un mese e non risparmiò neanche i lampioni a gas della strada. Particolarmente colpita la casa di “Finu ‘u caliaru”, noto ambulante della zona. Anzi sembrava proprio che ce l’avessero con lui. Una testimone riferì di aver notato una figura eterea di nobildonna scagliare i sassi dal centro della piazza per poi sparire definitivamente sottoterra. E che dire della leggenda riguardante il cimitero di Catania? In epoca imprecisata (forse nel secondo dopoguerra), durante una notte di tempesta, un soldato alla guida della propria camionetta avrebbe notato una ragazza in abito bianco aggirarsi per strada. Le avrebbe offerto un passaggio che ella, infreddolita e bagnata com’era, accettò volentieri. Sarebbero rimasti a conversare fino all’alba; poi la giovane avrebbe manifestato la volontà di tornarsene a casa. “Sono la figlia del custode del cimitero”, avrebbe detto. L’uomo le mise sulle spalle una giacca perché non prendesse ulteriormente freddo e la lasciò andare. L’indomani tornò al cimitero per ritirare l’indumento; ma quale fu la sorpresa? Il custode non aveva figlie femmine. Notò invece la propria giacca appesa sopra la croce di una tomba. E lì riconobbe la foto della ragazza incontrata la sera prima.