Acireale (Catania) – Non ci sono più dubbi: il corpo recuperato questa sera a tre metri di profondità dai fondali di Santa Maria la Scala e a poche decine di metri dal lungomare di via del Mulino, è quello di Enrico Cordella. L’ufficialità da parte delle Forze dell’Ordine è arrivata un paio di ore dopo la notizia dell’avvistamento. Il 22enne acese era rimasto l’unico disperso della tragedia avvenuta lo scorso 24 febbraio sul molo della frazione di Acireale. Si trovava dentro una Fiat Panda insieme alla fidanzata Margherita Quattrocchi, 21 anni e all’amico Lorenzo D’Agata, 27 anni (i cui corpi furono ritrovati il giorno dopo) quando la forte mareggiata, in corso in quel pomeriggio di domenica, li trascinò tutti in acqua.
Il corpo senza vita del ragazzo è stato trovato da tre dei sub volontari, Nino e Rosario Fichera e Giorgio Condorelli, che in questi giorni hanno scandagliato quello specchio d’acqua già ispezionato nei primi cinque giorni dalla scomparsa dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri. Sono stati loro tre ad allertare prima i pescatori usciti in mare per lo stesso motivo, e poi ad inoltrare la segnalazione alla sala operativa dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Catania. Il cadavere di Enrico, rimasto incastrato in uno scoglio, è stato quindi recuperato dai sommozzatori del vigili del fuoco e adagiato su un gommone diretto verso il molo dove ad attenderlo c’erano i fratelli del ragazzo. A loro è toccato il doloroso atto del riconoscimento.
Anche il parroco di Santa Maria la Scala, don Francesco Mazzoli, che ha seguito molto da vicino l’attesa per il ritrovamento del cadavere, è salito su una barca per raggiungere la zona dell’avvistamento. Don Mazzoli, ancora prima che giungesse al molo, ha benedetto la salma e dato l’estrema unzione a Enrico.
Nei giorni scorsi si erano susseguiti degli avvistamenti, ad Aci Trezza e alla Plaia, che purtroppo però si sono rivelati vani. Anche su Facebook, gli amici di Enrico hanno offerto un contributo alla continuazione delle ricerche; quelle ufficiali erano state interrotte dopo cinque giorni dalla tragedia, da lì gli appelli della famiglia Cordella di continuare anche volontariamente a cercare il loro ragazzo, quantomeno per tributargli un ultimo saluto e poterlo piangere sopra una tomba. Straziante l’appello di mamma Antonella che in questi nove giorni non ha mai voluto lasciare quel molo da dove suo figlio, e gli altri due amici, hanno perso la vita. Non poteva, giustamente, rassegnarsi all’idea che il suo ragazzo dall’aspetto mingherlino e con tanta gioia di vivere, non dovesse più tornare a casa neanche da morto.
Oggi l’epilogo di una tragedia che ha segnato Acireale con le tre giovani vite spezzate in modo assurdo.