il caso
Riposto, il bagno tra liquami e rifiuti: Guardia costiera a caccia degli scarichi abusivi
Decine di segnalazioni alla Guardia costiera che ha accertato di tratti di reflui fognari. E a Fondachello trovati numerosi scarichi illegali
Cresce la preoccupazione per l’inquinamento del mare. Non solo a Fondachello ma anche nell’incantevole baia di Praiola a Riposto. Nelle ore centrali della giornata transitano in mare rifiuti di ogni tipo: escrementi galleggianti, assorbenti, resti di cibo che attraversano il litorale jonico, mettendo in allarme centinaia di bagnanti.
La Guardia costiera, domenica scorsa, ha ricevuto decine di segnalazioni. E così sono stati effettuati dal Capitaneria di porto nuovi controlli in mare, accertando che si trattava, purtroppo, di reflui fognari, trascinati dalle correnti, verosimilmente provenienti da nord (dalla costa messinese). In mare, come se non bastasse, tra Riposto e Torre Archirafi, è stata segnalata da giorni una presunta fioritura algale producendo vistose macchie giallastre che hanno suscitato preoccupazione e allarme tra i bagnanti.
Ma il tema dell’inquinamento in mare, riguarda anche e soprattutto Fondachello. Qui, all’inizio della scorsa estate, tra maggio e luglio, la Guardia costiera ripostese ha avviato un monitoraggio nei residence estivi di Fondachello, accertando decine di scarichi illegali. Case vacanze e villaggi turistici attraversati da una ragnatela di tubazioni fognarie, con depuratori inattivi, con le inevitabili conseguenze di inquinamento ambientale. Molti si sono messi in regola dopo quell’attività. Ma a Fondachello in tanti sanno che gli scarichi abusivi ci sono ancora. L’indagine, comunque, si apprende da fonti investigative qualificate, non si è ancora conclusa.
E sulle potenziali conseguenze degli accertamenti ancora in itinere, vige il massimo riserbo. Tornando agli allacci abusivi, oltre a Fondachello il fenomeno non risparmia l’agglomerato urbano di Sant’Anna dove peraltro ricade anche il depuratore consortile, nel quale, la scorsa settimana, si è recata la Guardia costiera unitamente all’Arpa per verificare il corretto funzionamento dell’impianto. Effettuati anche alcuni prelievi, il tutto, dopo un articolato esposto che è stato recapitato alla prefettura di Catania. L’attività d’indagine è ancora in corso e si attende l’esito delle analisi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA