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Il rogo

Rifiuti, incendio all’impianto di riciclo di Kalat impianti. Solidarietà di sindaci e Legambiente

L'impianto di Grammichele è andato a fuoco nella notte del 7 ottobre. I sindaci del calatino, Legambiente e il Circolo il Cigno di Caltagirone parlano di «episodio inquietante»: è il quarto in pochi anni

Di Redazione |

A Grammichele, nell’impianto di riciclo rifiuti pubblico di Kalat Impianti, si è sviluppato un incendio, il quarto negli ultimi anni e di probabile natura dolosa. Il rogo è divampato nella tarda serata di lunedì 7 ottobre nell’impianto di compostaggio e domato soltanto dopo diverse ore. «Quella del Calatino è un’esperienza di grande valenza in Sicilia. Bisogna evitare a ogni costo che venga messa irrimediabilmente in ginocchio dal ripetersi di roghi inquietanti che colpiscono l’unico impianto pubblico che nell’Isola si occupa della lavorazione e dello smaltimento dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata». Lo affermano in una nota congiunta i sindaci del territorio dopo l’incendio. I primi cittadini, nella certezza di riscontrare grande sensibilità e attenzione da parte dei nostri interlocutori istituzionali, chiedono la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica».

Le priorità dei sindaci

Tre le priorità indicate dai sindaci del Calatino: «La tutela dei lavoratori, imprescindibile anche alla luce dell’imminente scadenza (31 dicembre 2024) della cassa integrazione; uno scatto d’orgoglio delle istituzioni sovracomunali per consentire nel più breve tempo possibile l’avvio dei lavori di ricostruzione e intanto un forte impegno congiunto per garantire la sicurezza della struttura, di vitale importanza per l’intera area e pertanto da mettere al riparo dal pericolo di altri eventi rovinosi che comporterebbero, purtroppo, la fine di un’esperienza qualificante e irripetibile per il nostro territorio»

La solidarietà di Legambiente

«I continui incendi, di presumibile origine dolosa subiti dall’impianto pubblico di recupero e riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata di Kalat Impianti, sono più che segnali inquietanti: si tratta di una chiara strategia per cancellare una delle migliori esperienze di gestione pubblica del ciclo integrato dei rifiuti nell’isola. Legambiente Sicilia e il circolo Il Cigno di Caltagirone esprimono solidarietà alla dirigenza e ai lavoratori, messi in cassa integrazione dopo l’incendio del 2021. Ricordiamo che quello di Kalat Impianti è l’ultimo impianto a servizio della raccolta differenziata e del riciclo, interamente finanziato e realizzato con fondi pubblici, ormai nel lontano 2005». Lo dice Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia.

«Nessun altro impianto pubblico per il riciclo»

«Dopo circa 20 anni, nessun altro impianto pubblico per il riciclo – aggiunge – è stato finanziato e realizzato, nonostante decine di annunci. E proprio quando, dopo 3 anni, sono stati finalmente individuati i finanziamenti per riattivare l’impianto di selezione e valorizzazione di carta, cartone e plastica provenienti dalla raccolta differenziata nei comuni del Calatino, viene appiccato un altro incendio. A pensare male, a volte ci si azzecca».«La realtà virtuosa dei 15 comuni del Calatino – dice Anita Astuto, presidente del Circolo Legambiente Il Cigno di Caltagirone e vicepresidente di Legambiente Sicilia – in vent’anni di pionieristica gestione del sistema integrato dei rifiuti con Kalat Ambiente non aveva mai dato fastidio, perché era una mosca bianca in un sistema viziato, basato sulle discariche, quest’ultimo ben ingrassato dai pessimi risultati del resto della Sicilia. Negli ultimi ann la stragrande maggioranza dei comuni siciliani ha raggiunto importanti obiettivi di raccolta differenziata (tranne le due città metropolitane di Palermo e Catania), dimostrando che l’alternativa dell’economia circolare allo smaltimento o all’incenerimento è concreta. Non è certamente un caso che in questi ultimi anni si siano susseguiti incendi agli impianti di Kalat Srr, la Kalat Impianti appunto, di cui quello di ieri è solo l’ultimo, e la cui tempistica è oltremodo sospetta. Evidentemente, conviene a qualcuno mantenere nel caos questa che, fino all’incendio del 2021, era una realtà virtuosa nel Calatino ed esempio per tutta la Sicilia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA