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IL CASO

Revoca Portoghese, il Consiglio comunale di Catania chiede aiuto: «I suoi atti sono validi? E chi salirà sul carrozza del Senato?»

Sono tanti gli interrogativi in città dopo che è stata anncuniata la revoca dell'incarico al commissario straordinario che reggeva il Comune

Di Maria Elena Quaiotti  |

Mancava il commissario straordinario Federico Portoghese, ieri sera, al consiglio comunale altrettanto straordinario convocato proprio sull’affaire della sua “incompatibilità” e possibile (ancora per ora) revoca con relative conseguenze.  E non solo perché si è ad una settimana dall’inizio dei festeggiamenti agatini. Era presente, invece, il vicecommissario Bernardo Campo. 

Tre gli ordini del giorno depositati, per richiedere l’intervento in merito della Regione, del Ministero e l’istituzione di un tavolo prefettizio, ma è stato lo stesso Consiglio comunale ad essere diventato, paradossalmente, il “convitato di pietra” in “casa sua”, poiché non era presente nessuno che potesse dare risposte.

«Chi ci mettiamo sopra la carrozza del Senato?», ha chiesto in modo provocatorio, ma non tanto, in aula Graziano Bonaccorsi, consigliere M5S e primo firmatario della mozione per ottenere la riunione del consiglio comunale, aggiungendo, e depositando, la richiesta di «apertura di un tavolo prefettizio che monitori insieme a noi questa delicatissima fase che stiamo vivendo, in vista sì della Festa di Sant’Agata, ma soprattutto delle incognite che stiamo vivendo su tutti i fronti, dalla situazione delle società partecipate, degli appalti, della gestione del porta a porta, sono solo alcuni esempi. Tante domande non hanno ancora avuto risposta, come la motivazione della rimozione del segretario generale, non sappiamo se e quando sarà nominato in caso un nuovo commissario, e nel frattempo? Che ci sia dietro un gioco politico?».

«È in corso un procedimento di revoca del commissario – ha ricordato Alessandro Campisi, Mpa – allora chiediamo se tutte le sue nomine e atti sono legittime, di certo la città è in una situazione inaccettabile». 

«Il commissario – ha aggiunto Luca Sangiorgio (In campo con Pogliese) – aveva dato prova con un certo dinamismo di voler risolvere determinati problemi. Mi è dispiaciuta la sua volontà di sottrarsi al confronto, sia nella capigruppo e ora in consiglio comunale. È normale che il Senato della città venga a sapere le cose dalla stampa? Inoltre, il procedimento di revoca, su cui non entro in merito, lo veniamo a sapere dopo sei mesi, la Città metropolitana addirittura dopo un anno dal suo insediamento: e che fine fanno i tanti atti da lui portati avanti? Aspettiamo i giorni concessi al commissario per le controdeduzioni (venerdì, ndr) ma la Regione ci deve dare risposte, subito, perché di norma il controllo dovrebbe essere preventivo. Forse davvero c’è sotto qualcosa che non sappiamo, non vorrei che qualcuno alla Regione avesse assicurato sulla presenza dei requisiti, per poi tirarsi indietro. Inoltre abbiamo un Comitato dei festeggiamenti agatini che non ha la bontà di coinvolgerci in niente, vorremmo sentire dal presidente il perché».

«Tutti gli atti che abbiamo votato, allora, sono illegittimi?», ha chiesto e si è chiesto Lanfranco Zappalà, Pd, seguito da Salvo Di Salvo (Mpa), «mi sembra di vivere una storia già scritta. Bene il provvedimento di revoca del mandato del commissario straordinario, perché non si limitava nelle sue funzioni prettamente amministrative. L’auspicio è che la situazione si risolva nelle prossime 72 ore e si nominino due commissari differenti per Comune e Città metropolitana». 

«Quando i politici – ha rilevato Sara Pettinato (Prima l’Italia) – assegnano ruoli a persone senza titoli, meriti, capacità lo fanno a discapito di chi merita e dei cittadini, questo sembra abbia fatto il governo Musumeci. E succede negli enti, così come nelle aziende ospedaliere pubbliche, andate a controllare i danni di questi ultimi cinque anni e poi ne riparliamo. Si valutino tutte le nomine effettuate dal precedente governo regionale in tutti gli enti ricadenti nel nostro territorio, e in caso si revochino». 

«Avrei convocato il consiglio comunale solo dopo il tempo concesso al commissario per le controdeduzioni», ha rilevato Manfredi Zammataro (Catania 2023). Forse, l’unica vera osservazione logica, al di là dei “pro o contro” commissario.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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