Catania
«Rapporti con minore, ora non gli affidiamo i nostri figli a scuola»
La petizione a firma dei genitori è stata consegnata nelle mani del dirigente scolastico, il prof. Giuseppe Calleri a cui gli stessi genitori hanno chiesto un incontro che si è svolto nell’aula magna della scuola giovedi pomeriggio. Un confronto dai toni pacati anche per evitare di sollevare troppo clamore ma alla fine gli stessi genitori, davanti alle insistenti domande poste dai figli, hanno deciso di chiedere con fermezza e senza veli di censura la rimozione del docente o in caso contrario “i nostri figli diserteranno le lezioni di educazione fisica”.
Il docente avrebbe dovuto svolgere la sua prima lezione in questi giorni in una delle undici classi ma dopo un colloquio con lo stesso dirigente ha dovuto “accettare” la sospensione della lezione a data da destinarsi. Ieri il dirigente ha consegnato il documento a firma dei genitori presso gli uffici del Provveditorato di Catania dove adesso dovranno decidere sul da farsi.
Da quanto risulta, Pergolizzi, non avrebbe alcuna “macchia” nel suo curriculum scolastico e i fatti a lui imputati si sono svolti al di fuori dell’ambito scolastico ma per i genitori questo non basta per placare gli animi. Una vicenda che nel giro di qualche ora ha fatto il giro dei social investendo come un uragano anche l’amministrazione comunale. Il sindaco Franco Barchitta segue da vicino la vicenda anche se per il momento nessuna segnalazione è giunta presso gli uffici dei servizi sociali.
Pergolizzi fu arrestato dai carabinieri della Tenenza di Misterbianco con l’accusa di atti sessuali mentre era all’interno di un auto in compagnia di un 22enne e di un 16enne. Circostanze definite inequivocabili che portarono Pergolizzi alle dimissioni dalla carica di presidente della Figc catanese, ricoperta per dieci anni con tanta passione ed entusiasmo a tal punto che qualcuno ipotizzò che il dirigente fosse alle prese con gravi problemi di salute. Qualche tempo dopo, però, venne alla luce la cruda verità sino alla condanna per induzione alla prostituzione minorile, punita con due anni dopo la richiesta di patteggiamento avanzata dai suoi legali.
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