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Rapito da finti poliziotti a San Cristoforo e rilasciato in serata: cosa sappiamo del giallo di via Calabrò

Le indagini della Squadra Mobile di Catania

Di Laura Distefano |

E’ stato rilasciato dopo meno di 24 ore. Tutto era partito stamattina alle 5 del quando due persone hanno suonato al citofono di G.B., che vive in una casa in via Calabrò.«Siamo della polizia», è stato detto.

Il 23enne, che è ai domiciliari, ha aperto la porta. Ma i cosiddetti agenti, pur con tanto di divisa e giubbottino con scritta inequivocabile, invece di identificarsi lo hanno acciuffato e trascinato in strada. I due hanno portato via il ragazzo su un Suv scuro. Ore di ricerche, poi in serata la notizia: è stato rilasciato. Il 23enne è stato accompagnato in via Ventimiglia dove i poliziotti lo hanno messo sotto torchio.

Gli investigatori – l’inchiesta è stata coordinata dalla Dda e condotta dalla sezione omicidi della squadra mobile – stanno anche analizzando le telecamere della zona del rapimento.Il ragazzo è stato condannato qualche mese fa a 6 anni dal gup per il coinvolgimento nella sparatoria avvenuta nell’autonoleggio di via Negrelli l’anno scorso. Il ragazzo è anche parente – il padre della moglie – di un ergastolano ed esponente di spicco del clan Santapaola-Ercolano.

L’ipotesi è che si tratti di una questione legata ad debito di droga non onorato. Da capire se è stato rilasciato proprio perché ha onorato il debito o se ha promesso di farlo al più presto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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