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Raid punitivo e sequestro di persona: quattro arresti a Giarre

Di Mario Previtera |

GIARRE – Il 6 novembre scorso, in pieno pomeriggio la centralissima piazza Arcoleo, all’ingresso di corso Italia, era stata teatro di una drammatica spedizione punitiva con sequestro di persona. Un uomo percorreva a piedi il corso Italia, tenendo per mano due grosse buste piene di prodotti alimentari, quando, improvvisamente, è stato spintonato con violenza da tre persone scese al volo da una Fiat Punto accostatasi in prossimità della piazzetta. La vittima designata è stata tramortita da calci e pugni sferrati con inaudita violenza davanti ad alcuni passanti. L’uomo, ormai semi svenuto, era stato caricato a forza a bordo dell’auto. A distanza di quattro mesi da quell’episodio che aveva suscitato clamore e allarme a Giarre per le modalità con le quali era stata condotta l’azione, i carabinieri del nucleo operativo, al termine di una complessa indagine, sono riusciti ad individuare e arrestare il presunto mandante e con esso i tre esecutori materiali della spedizione punitiva.

Fermati con l’accusa di tentato omicidio, sequestro di persona e furto con strappo in concorso, il 61enne Salvatore Nicotra, titolare a Macchia di una stazione di servizio carburante, il figlio 35enne e due operai impiegati nel rifornimento di Nicotra, due fratelli di 22 e 20 anni, incensurati, tutti di Macchia. Come detto, i carabinieri, hanno ricostruito l’intera vicenda.

La vittima del pestaggio sarebbe finita nel mirino del commando poiché accusato di avere rubato all’interno di un box alcune macchinette di video poker che si trova all’interno della stazione di servizio di Nicotra, all’ingresso di Macchia. Un affronto non da poco considerata la levatura del Nicotra (alias “Turi da Macchia”) indicato come il referente del gruppo mafioso dei Laudani a Giarre, che doveva essere regolato con una azione esemplare in chiaro stile mafioso. Cosi è scattata la sanguinosa punizione punitiva.

La vittima caricata di peso a bordo della Punto sarebbe stata portata in aperta campagna, nella zona alta di Macchia, e portata al cospetto del Nicotra che, guardandola negli occhi, gli avrebbe detto: “Adesso scavati la fossa”. Chiaro il messaggio sotteso: quell’uomo andava ucciso. Tuttavia, la vittima sarebbe sfuggita alla morte dopo che alcuni componenti del commando hanno consigliato di retrocedere considerato che la spedizione punitiva era stata di certo ripresa dalle telecamere di corso Italia.

Il 40 enne che è stato picchiato selvaggiamente anche con un corpo contundente, è rimasto per lungo tempo ricoverato in ospedale. In seguito alle percosse subite si è resa necessaria l’asportazione di parte del polmone.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA