Raid aerei in Libia, l’Italia dice sì all’uso di Sigonella come base

Di Alfredo Zermo / 03 Agosto 2016

ROMA – L’Italia «è pronta» a mettere a disposizione le basi e gli spazi aerei nazionali, se questo servirà ad una più rapida e efficace conclusione dei blitz aerei degli Usa contro le postazioni Isis in Libia. Roberta Pinotti, al question time alla Camera, apre ad una eventuale, e molto probabile, richiesta americana di utilizzo della base di Sigonella, la più vicina al teatro di operazioni, e forse anche di quella di Aviano.

 

 
Una decisione tuttavia non è stata ancora presa (“il Governo è pronto a considerare positivamente un eventuale utilizzo», ha spiegato il ministro) e l’operazione americana «non ha finora interessato l’Italia né logisticamente, né per il sorvolo del territorio nazionale». Affermazione, questa, che conferma come i caccia Usa continuino a decollare dalle portaerei dislocate nel Mediterraneo e che implicitamente smentisce le indiscrezioni secondo cui un drone Reaper armato di missili sarebbe già entrato in azione lunedì, proprio da Sigonella, distruggendo un carro armato e due veicoli da combattimento dell’Isis.

 

 
Quando l’Italia comincerà a fornire il suo supporto «indiretto» all’operazione «Fulmine dell’Odissea» non è ancora noto, anche se fonti parlano di «tempi rapidi». Si tratta di valutare, ha detto il ministro della Difesa, quanto l’uso delle basi e dello spazio aereo possa essere «ritenuta funzionale ad una più efficace e rapida conclusione dell’azione in corso» (che già ora si stima «limitata nel tempo e nell’area di operazioni e non prevede forze a terra”). In questo senso, «il Governo mantiene aperta una linea di dialogo diretta e assidua sia con la controparte libica sia con gli alleati americani». I quali, di certo, non tarderanno a formalizzare la loro richiesta.

 

 
Dall’Italia il sì è scontato, dunque, anche perché «la lotta tesa all’eliminazione delle centrali terroristiche dell’Isis in Libia è di fondamentale importanza – ha detto Pinotti – non solo per la sicurezza di quel Paese, ma anche dell’Europa e dell’Italia». E perché il presidente Serraj ha «chiaramente» chiesto supporto a «tutte le Nazioni»: pre-condizione, questa, per qualsiasi iniziativa italiana
«Forte sostegno» alla linea illustrata dal ministro Pinotti è stata espressa in aula dal Pd, perché «in una situazione così complessa – ha detto Antonino Moscatt, primo firmatario dell’interrogazione urgente sui blitz americani – bisogna agire, come questo Governo sta facendo, con autorevolezza, con serietà ma allo stesso tempo con grande sobrietà», pronti anche a prendere «scelte forti e difficili, a difesa dei diritti, della sicurezza nostra e della comunità internazionale».

 

 
Pippo Civati di Possibile e Giulio Marcon di Sinistra Italiana chiedono che il Parlamento non chiuda senza prima confrontarsi «circa la partecipazione dell’Italia a operazione militari che in questo momento sono in difetto di legittimità». E Arturo Scotto, sempre di SI, chiede che qualsiasi decisione passi per un voto formale del Parlamento. «No alla ripresa della guerra della Nato in Libia», dice Paolo Ferrero, di Rifondazione Comunista.

 

 
La Lega plaude ai blitz anti-Isis, ma sottolinea che «il Governo italiano non è stato consultato, questo dimostra – dice Massimiliano Fedriga – che Renzi e l’Europa non contano nulla».

 

 
L’Esecutivo tornerà a illustrare la propria linea sulla Libia domani, davanti alle Commissioni riunite Difesa ed Esteri di Senato e Camera: interverranno i sottosegretari Domenico Rossi e Vincenzo Amendola. Decisione che non è piaciuta a Conservatori e Riformisti e a Forza Italia, con Elio Vito che ha twittato: “potevano pure scomodarsi i due ministri… è il Parlamento». 

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Redazione
Tag: libia raid aerei roberta pinotti sigonella spazio aereo usa