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Quei fuochi d’artificio inopportuni la sera di San Giuseppe

Di Concetto Mannisi |

Purtroppo, però, non dimentichiamolo mai (e come si potrebbe, d’altra parte…), questa è la città in cui a poche ore dal divieto di assembramento disposto dal presidente Conte qualcuno girava a San Cristoforo, telefonino in mano, per documentare più o meno orgogliosamente il rispetto delle regole (si fa per dire, ovviamente…) di alcuni dei residenti e il coraggio degli stessi a fronte del pericolo di contagio da Coronavirus.

La stessa città in cui si sta in strada per improvvisare passi di danza, accompagnati dalle note di Adriano Celentano, o in cui ci si incontra con gli amici per fumare allegramente uno spinello….

Si resta allibiti solo a pensarci. Figuriamoci ad essere testimoni della lunga e pirotecnica manifestazione di gioia di cui qualcuno si è reso protagonista non distante dalla casa circondariale di piazza Lanza.

Facile ipotizzare la fresca (o prossima…) scarcerazione di un pezzo da novanta. Oppure i festeggiamenti per un onomastico o per un compleanno in onore di qualcuno che dietro le sbarre dovrà starci ancora per un po’.

In realtà qualcuno ha provato a ricordare che giovedì era San Giuseppe e che, magari, c’è stato chi ha voluto onorare in tal modo la ricorrenza.

Così come non è da escludere, visto che siamo nel campo delle ipotesi, che i fuochi siano legati all’arrivo di un carico di droga per qualcuna delle famiglie catanesi attive nel settore (si sa che negli ambienti dello spaccio si festeggia così).

Dalle forze dell’ordine nessun chiarimento in merito e ci può stare. Così come la domanda delle domande: ma che città è questa?

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