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Pubbliservizi, rigettato ricorso al fallimento: ora è davvero finita

La Corte d'Appello ha respinto l’istanza del Cda, il 15 maggio scadrà la proroga all’esercizio provvisorio

Di Maria Elena Quaiotti |

La Corte di Appello del Tribunale di Catania, prima Sezione Civile, ha infatti rigettato il ricorso al fallimento intentato dal Cda dell’azienda partecipata della Città metropolitana.

Sono stati condannati al pagamento in solido delle spese di giudizio sia Pubbliservizi Spa, sia Maria Virginia Perazzoli, Raffaella Proietti e Antonio Albano, già commissari straordinari della partecipata in amministrazione straordinaria (8.500 euro per i compensi dell’ avvocato, oltre a spese generali, Iva e Cassa previdenza avvocati, mentre Pubbliservizi è tenuta al pagamento di una somma pari all’importo del contributo unificato).

La riunione in camera di consiglio si era tenuta il 29 marzo, ma la decisione si è appresa solo ieri. Ora i curatori dovranno avviare le opportune azioni e atti di citazione verso i “responsabili” del fallimento, tra commissari e amministratori, oltre a vendere tutto quanto di proprietà di Pubbliservizi (ben poco), per riuscire a pagare i (tanti) creditori, ad iniziare, va ricordato, dai lavoratori.Si tratta di un procedimento che potrebbe anche richiedere anni, non escludendo ricorsi vari.

Nel frattempo, il 15 maggio prossimo scadrà la proroga all’esercizio provvisorio di Pubbliservizi concessa dal Tribunale e l’unica cosa ormai certa è la nuova procedura di licenziamento collettivo per i 333 dipendenti, che dovrà essere riaperta entro il 6 aprile, giovedì prossimo.«Noi, come sindacato, non abbiamo ancora ricevuto alcuna convocazione – spiega Lucia Inzirillo, segretario nazionale Sifus Confali – la notizia del rigetto del ricorso è difficile da digerire, ma ora si deve affrontare la situazione per il bene dei lavoratori ai quali, ricordo, se si dovesse arrivare al licenziamento, non spetterebbe neanche la cassa integrazione. A tutti i fornitori, sin d’ora, consiglio di andare a pretendere i crediti direttamente alla Città metropolitana, che è la proprietà: la strada legale esiste».

La sentenza mette un punto fermo, «con grande soddisfazione – commenta ancora Inzirillo – dei curatori, ma la nostra battaglia ora è far rientrare nel “passivo” ciò che i curatori stanno cercando di escludere».Con la sentenza ora si potrà depositare lo statuto della nuova Azienda speciale.Più di qualche altro passaggio dovrà essere spiegato dalla Città metropolitana, ad esempio quello che riguarda la «segnalazione di possibile danno erariale per la perdita di circa un milione di euro di capitale sociale di Pubbliservizi Spa in liquidazione giudiziale», citata nella risposta alla richiesta di parere sull’Azienda speciale – richiesta dichiarata inammissibile, tra l’altro – dalla Corte dei Conti, Sezione controllo per la Regione siciliana.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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