Catania – Con le feste natalizie e quelle dell’Epifania arriva per i pronto soccorso della città l’ennesima emergenza. Non è cambiato granché rispetto agli anni scorsi, con i reparti di primo soccorso che in questo periodo dell’anno sono presi d’assalto per le prime complicanze dell’influenza, ma soprattutto per le polmoniti, le broncopolmoniti e gli scompensi che colpiscono soprattutto i soggetti fragili e gli anziani. Quanto sta avvenendo in questi giorni, tradizionalmente quelli delle feste, è la conferma tangibile di quanto la sinergia tra medicina del territorio e presidi territoriali e gli ospedali funzioni molto a singhiozzo, per non dire per nulla.
L’emergenza riguarda tutti gli ospedali. Ma in particolare, secondo il racconto dei medici, l’emergenza è stata particolarmente difficile da affrontare al pronto soccorso del Policlinico e in quello del Cannizzaro mentre al Garibaldi – fa sapere l’ufficio stampa – il picco dell’epidemia influenzale non è ancora arrivato. Nel reparto di via Santa Sofia, alcune sere fa, i medici chiamati in servizio per affrontare soprattutto interventi dovuti allo scoppio di petardi o agli incidenti stradali di queste notti di feste, si sono ritrovati ad affrontare otto casi molto gravi di anziani scompensati e affetti da polmoniti e broncopolmoniti. Una emergenza che ha messo a dura prova i sanitari. Anche i primi casi di influenza hanno costretto i medici a un super lavoro, ma rispetto agli anni scorsi il picco del virus ancora non è stato raggiunto.
L’emergenza riguarda soprattutto i soggetti fragili, malati oncologici e anziani che in queste tradizionali giornate vacanziere si sono trovati a fare i conti con la riduzione dell’assistenza e quindi hanno fatto ricorso alle cure dei pronto soccorso. Lo stesso fenomeno è stato registrato proprio nei giorni di festa al Ps del Cannizzaro dove è stato registrato un aumento di casi gravi dovuti anche alla continua variazione del tempo. I medici spiegano che la situazione non è soltanto causata da una questione climatica e dall’abbassamento delle temperature, ma bensì dalla poca sinergia e forse dal mal funzionamento della rete territoriale, per cui al primo campanello d’allarme il prossimo passo è ricorrere all’ambulanza del 118 e trasferite il malato nei pronto soccorso. Una volta lì i medici dopo le cure del caso provvedono al ricovero dei casi gravi, ma dimettono quelli che possono essere curati nelle strutture territoriali. In questo periodo inoltre anche la ricerca di posti letto nei reparti e una impresa ardua.
«Sostanzialmente non c’è nessuna novità rispetto al passato – ha spiegato un medici del Ps del Policlinico – perché siamo alle solite. Finché non funzioneranno a dovere i centri territoriali che dovrebbero occuparsi sopratutto dei malati cronici molti soggetti fragili e immunodepressi, che possono essere curati anche a casa, finiranno con l’arrivare in pronto soccorso dove, purtroppo, poi sono costretti ad attendere ore prima di essere assistiti se prima di loro ci sono pazienti più gravi. Questo è un problema che ancora i vertici della sanità non hanno voluto affrontare a dovere». Per fortuna ancora non è esplosa l’epidemia di influenza perché altrimenti la situazione sarebbe ben più grave. Sino a questo momento, almeno l’influenza, non ha fatto registrare casi gravi di complicanze che renderebbero ancora più complicata la gestione dei reparti di emergenza. L’anno scorso, invece, si ebbero a causa del virus, alcuni casi di polmoniti gravi in soggetti relativamente giovani, per fortuna curati in tempo prima che la patologia producesse danni irreversibili.
Si parla da tempo della necessità di un tavolo tecnico sanitario per affrontare soprattutto l’assistenza degli anziani cronici, ma finora nonostante i tanti proclami la collaborazione tra Asp e le aziende sanitarie senta a prendere il sopravvento e l’emergenza dei pronto soccorso sarebbe causata – per certi versi – da questa anomalia. «Più che l’ampliamento dei locali a disposizione dei pazienti, come la recente creazione dell’aria dei codici verdi al Cannizzaro – ha spiegato un medico – servirebbe sedersi attorno a un tavolo e a ragionare». Il picco dell’influenza ancora non c’è stato…Speriamo bene.