Sono otto le parti civili ammesse nel processo per la morte di Nicole Di Pietro, la piccola deceduta il 12 febbraio 2015 poco dopo la nascita nella clinica Gibiino di Catania, mentre era in corso il trasferimento in ambulanza in un ospedale di Ragusa. Lo ha deciso la prima sezione penale del Tribunale monocratico, Giuseppina Montuori, che ha ritenute legittime quelle dei genitori, dei nonni materni e paterni, dell’assessorato regionale alla Sanità e della casa di cura, che nel processo è anche responsabile civile.
Il giudice ha rigettato quelle di diverse associazioni e di altri familiari della piccola. La prossima udienza si terrà il 16 ottobre.
Imputati sono la ginecologa Maria Ausilia Palermo, difesa dall’avvocato Paolo Spanti, il neonatologo Antonio Di Pasquale, rappresentato dal penalista Walter Rapisarda, e l’anestesista Giovanni Gibiino, difeso dall’avocato Piero Granata, indagati per omicidio colposo; l’ostetrica Valentina Spanò difesa dall’ avvocato Carmelo Peluso, per false attestazioni.
I legali dei familiari di Nicole, gli avvocati Michele Ragonese e Mary Chiaromonte, hanno citato in giudizio la clinica, così la casa di cura, assistita dal penalista Tommaso Tamburino, è nel procedimento con un doppio ruolo: di parte lesa e in giudizio.
Le indagini della squadra mobile della Questura e della sezione Polizia giudiziaria della Procura sono state coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta.