Catania
Priolo nuovo rettore a Catania «Strada lunga ma ce la faremo»
«Il nostro sarà l’Ateneo delle competenze e non delle appartenenze». Parola di Francesco Priolo, un fisico alla guida dell’Università di Catania. Come scontato, il direttore Dipartimento di Fisica e Astronomia, ieri sera è stato eletto nuovo rettore dell’Ateneo. Alle 21,09 ha raggiunto quota 792 preferenze, il quorum richiesto per essere eletto “magnifico” alla seconda votazione. E immediatamente è partito un caloroso applauso dei circa 300 presenti che hanno affollato l’aula magna del Monastero dei Benedettini. Una “folla” che ha atteso tutto lo spoglio per poter accogliere il nuovo “magnifico”, esplodendo in una “festa” sintomatica di una voglia di ripartenza quasi palpabile.
«Questa – ha confermato Priolo – è un’occasione di festa perché il nostro Ateneo riparte. Sento tutta la responsabilità del compito che mi aspetta, la situazione è obiettivamente difficile, sarà necessario operare sin da subito per ricostruire il rapporto fiducia con la città», ha aggiunto il neo rettore, decisamente emozionato, accompagnato anche dai due figli e accolto da un applauso scrosciante. Ringraziamenti per tutti, compresi quelli agli altri candidati «che hanno messo a disposizione le loro competenze in una campagna elettorale leale».
Poi l’accenno all’inchiesta: «Spero che i lavori della magistratura possano concludersi al più pesto e che i colleghi coinvolti possano giustificare il proprio operato. Intanto, proprio per dare un segnale forte e chiaro che la nostra comunità non intende nascondere nulla, ripartiremo tutti insieme da quell’operazione trasparenza che ho promosso con forza nella campagna elettorale. La società civile potrà apprezzare la nostra scelta».
Un pensiero agli studenti: «Faremo di tutto per offrirvi tutto quanto meritate e presto avremo bisogno del vostro aiuto». E un appello a colleghi e personale tecnico-ammministrativo: «La via da seguire sarà lunga, a tratti tortuosa, ma mi impegnerò a porre le basi di quell’Ateneo partecipato che in queste settimane ho disegnato per arricchire sempre di più il nostro territorio. Ci sarà moltissimo sarà lavoro da fare, ma che tutti insieme ci riusciremo».
Al termine dello scrutinio, Priolo ha totalizzato 975 preferenze. Affluenza appena maggiore della prima tornata di venerdì scorso: hanno votato 974 docenti (su 1.240 aventi diritto) e 47 rappresentanti degli studenti (sui 95 aventi diritto), in quest’ultimo caso decisamente meno che al primo turno. Fra gli uni e gli altri, complessivamente ha votato il 76,48%. Un po’ più partecipativo il personale amministrativo rispetto al primo turno: hanno votato in 676, il 54,65% dei 1237 aventi diritto). Inevitabile fare il paragone con il voto da percentuali di partecipazione di oltre il 90% che nel 2017 elesse il rettore Francesco Basile, coinvolto nell’indagine della Procura etnea. In quel caso Basile totalizzò 1.022 voti, in proporzione quindi Priolo ha avuto un larghissimo consenso.
Vittorio Calabrese, lo sfidante rimasto in corsa – dopo il ritiro di Roberto Purrello, Salvatore Barbagallo e Agatino Cariola – ha totalizzato 111 voti. Non si è ritirato all’indomani della prima tornata elettorale, perché «ho promesso ai miei elettori – aveva detto a La Sicilia – che, a differenza di 6 anni fa, quando prima del voto decisi di appoggiare convintamente il professore Pippo Vecchio, non mi sarei ritirato se non alla fine della competizione. Adesso, riconoscendo tutto il meritato successo dell’azione elettorale di Francesco Priolo, ritengo forte e prioritario il convincimento di portare a compimento sino alla fine la mia testimonianza, per coerenza e rispetto delle attese dei colleghi che mi hanno dato il privilegio della loro fiducia».
Eletto il rettore, però, è subito battaglia giudiziaria. Il 12 settembre, infatti, il Tar di Catania ha fissato la camera di consiglio per la trattazione collegiale del ricorso che chiedeva l’annullamento delle elezioni, presentato dai ricercatori Lucio Maggio (ex direttore generale) e Attilio Toscano, rappresentati dagli avvocati Pietro Sciortino e Dario Riccioli. Lo stesso Tar aveva rigettato la domanda di misura cautelare provvisoria, cioè la sospensiva delle elezioni. E negli ambienti accademici non c’è grande preoccupazione. «L’apocalisse non ci sarà». Ci sarebbero due motivi che impedirebbero al giudice di sentenziare il 12 settembre. In primo luogo – riferisce chi è esperto di diritto amministrativo – occorrerebbe una integrazione del contraddittorio: il ricorso, infatti, è stato notificato solo al decano Vincenzo Di Cataldo e al professore Francesco Priolo; ma sarebbero cointeressati anche tutti gli altri candidati e persino tutto l’elettorato attivo. Poi occorrerebbe anche l’impugnazione dell’elezione e del decreto di nomina del Miur. Lo faranno i ricorrenti? In ogni caso, nelle aule della giustizia amministrativa, si parlerà ancora di questa elezione d’agosto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA