Abbattere gli archi della Marina, almeno parzialmente, è uno dei temi più dibattuti in città da quando, ormai due settimane fa, il tema è emerso nel corso di un incontro sul nuovo piano regolatore del porto. In quell’occasione il sindaco Enrico Trantino parlò di una ipotesi concreta, pur consapevole delle resistenze della città. E oggi l’associazione Free Green Sicilia annuncia la richiesta dell’inserimento della sopraelevata ferroviaria, costruiti 155 anni fa, tra i beni da tutelare.
Secondo Alfio Lisi, presidente dell’associazione, «i 56 monumentali “archi” sono tra i simboli architettonici più conosciuti della città. Costituiscono dunque una sua vera e propria testimonianza che ha travalicato i secoli fino ad oggi e di cui in catanesi in stragrande maggioranza (ma anche chi catanese non è come i turisti che hanno visitato la città) chiedono la salvaguardia in quanto li rappresenta così come l’altro bene culturale ottocentesco che è il Giardino Bellini». Motivazioni che lo hanno portato a richiedere «formalmente all’Assessore Regionale ai Beni Culturali e al Sovrintendente ai Beni Culturali e Paesaggistici di Catania l’imposizione del vincolo architettonico monumentale in applicazione del D.L.vo n. 42 del 2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, per la loro secolare storia, che ebbe inizio con il primo attraversamento di un treno nel lontano 19 luglio del 1869 , e per la peculiare e impareggiabile bellezza architettonica e artistica. Archi già inseriti dalla stessa Regione all’interno del vincolo paesaggistico della città con D.A. n. 031/GAB del 3 ottobre 2018. A supporto della tesi, Lisi cita anche il parere di Matteo Donato, professore e autore di una pubblicazione “Catania archi della Marina”.