Paternò (Catania) – Promette di diventare un importante precedente giurisprudenziale la sentenza del Tribunale di Tivoli che riguarda il caso di una docente siciliana, trasferita per effetto della legge “buona scuola” ad oltre 800 chilometri di distanza dalla propria famiglia. La donna è stata protagonista di una difficile battaglia legale che, iniziata nel novembre dello scorso anno, si è conclusa a suo favore lo scorso 17 luglio. Tutto ha avuto inizio quando la docente, originaria di Paternò ma residente a Siracusa, seppure in possesso di tutti i requisiti, si è vista negare il diritto al trasferimento temporaneo, a causa del silenzio del MIUR e delle USP competenti di Roma e Siracusa, che l’hanno costretta ad adire l’autorità giudiziaria.
La legge prevede infatti, per il genitore con figli minori fino a tre anni, la possibilità di essere assegnato, a richiesta, anche in modo frazionato e per un periodo complessivamente non superiore a tre anni, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l’altro genitore esercita la propria attività lavorativa. Dopo anni di sacrifici, nell’agosto 2016, alla docente è stata comunicata l’assegnazione definitiva a Tivoli, ambito territoriale Lazio. Pertanto, l’interessata, madre di 2 figli di età inferiore ai tre anni, ha inoltrato istanza per assegnazione temporanea, così da essere assegnata ad una sede più vicina alla famiglia composta anche dal marito con un posto di lavoro nel capoluogo aretuseo. Il silenzio del Ministero dell’Istruzione ha dato il via alla battaglia legale condotta dal team dello studio legale dell’avv. Rosaria Anna Borzì e della dott.ssa Stefania Salamone di Catania, esperte in diritto civile, diritto amministrativo e diritto del lavoro, nonché in professione legale Europea ed Internazionale per la tutela dei Diritti Fondamentali dell’Uomo e, rispettivamente, presidente e membro del Cda dell’Associazione “Legittima Difesa”.
Dopo alterne vicende la battaglia si è conclusa con una vittoria che è destinata a segnare un precedente determinante per l’intero settore. Il Tribunale di Tivoli ha sancito la rilevanza della situazione personale e familiare della ricorrente, nonché il diritto della stessa al trasferimento temporaneo. In particolare, sono state riconosciute le gravi ricadute che l’assegnazione dell’insegnante, lontana dalla propria residenza, ha avuto sulla vita dei figli, nonché l’impossibilità di trasferire la famiglia a Roma senza subire un notevole pregiudizio economico derivante dai costi di affitto di nuova abitazione e dalle dimissioni dal lavoro del marito. Il giudice laziale ha, dunque, condannato “la parte resistente ad adottare ogni provvedimento al fine di consentire l’assegnazione temporanea della ricorrente, presso la sede indicata nell’istanza dell’1 settembre 2016 presso un istituto di II grado nel comune di residenza del suo nucleo familiare o in altra sede nella provincia di Siracusa o nella regione Sicilia a seconda della disponibilità datoriale”.
“E’ stata una grande soddisfazione personale e professionale – ha spiegato l’avvocato Rosaria Anna Borzì– perché al centro della vicenda non c’era soltanto la necessità di avere giustizia per l’insegnante. Giustizia è stata fatta anche per gli incolpevoli tre figli che, per un intero anno, hanno vissuto lontano dalla propria madre. L’auspicio è che questo provvedimento segni un rilevante precedente giurisprudenziale che possa dare speranza a tutti coloro che si trovano nella situazione della nostra cliente”.