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Omicidio di Valentina Salamone: in videoconferenza il processo a Mancuso

Di Redazione |

CATANIA – Il controesame da parte del collegio di difesa e della parte civile di due ufficiali e di un maresciallo dei carabinieri del Ris ha caratterizzato l’udienza del processo a Nicola Mancuso, 32 anni, per l’omicidio di Valentina Salamone, la 19enne trovata morta il 24 luglio del 2010 in una villetta di Adrano. La Corte d’Assise ha aggiornato il procedimento al prossimo 20 marzo con la deposizione dell’ex comandante dei Ris, l’ex generale Luciano Garofano. Nel procedimento sono presenti come parti civili i genitori e i fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Dario Pastore, e le associazioni Thamaia e Telefono rosa.

Non potrà più essere presente in aula l’imputato che potrà assistere al processo solo in videoconferenza, lo ha reso noto la Corte d’assise. Mancuso, che era detenuto per una condanna a 14 anni per traffico di droga, è tra i destinatari di un ordine di carcerazione, che gli è stato notificato in carcere, nell’ambito dell’operazione antidroga, della squadra mobile della Questura, denominata ‘Adranos’ eseguita il 30 gennaio scorso. Essendo stato accusato di associazione mafiosa, ed essendogli stato riconosciuto probabilmente un ruolo apicale nell’organizzazione mafiosa, Mancuso – oggi detenuto nel carcere di Augusta – sarà trasferito in una altra struttura pentitenziaria lontana dal suo territorio e per questa dovrà assistere alle udienze in teleconferenza. Questo nel rispetto di una recente norma emanata dal ministro della giustizia, Andra Orlando, proposta dal procuratore Nicola Gratteri.

Per la morte di Valentina Salamone in un primo momento era stato chiesta l’archiviazione, ritenendolo un suicidio, ma la Procura generale di Catania ha avocato a sé l’inchiesta e dopo perizie dei carabinieri del Ris, che hanno ritenuto di avere trovato tracce di sangue dell’uomo sotto le scarpe della giovane, ha chiesto il processo per l’imputato, che è stato rinviato a giudizio il 19 ottobre del 2016 dal Gup Marina Rizza. Mancuso, che è sposato ed aveva avuto una relazione con la vittima, si è sempre proclamato innocente. L’uomo fu arrestato il 4 marzo del 2013 e scarcerato il 28 ottobre successivo dal Tribunale del riesame. Attualmente è detenuto per la condanna definitiva per traffico di droga nell’ambito di indagini della squadra mobile di Catania e per l’ordinanza cautelare dell’operazione “Adranos”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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