Catania
Odevaine assunto “in contumacia” «Quel colloquio non è mai avvenuto»
Catania – Assunto in contumacia. Nelle carte della Procura di Catania sul Cara di Mineo, c’è anche un curioso episodio che riguarda Luca Odevaine, anima nera di Mafia Capitale. L’ex capo di gabinetto di Walter Veltroni e di Luca Zingaretti, arriva in Sicilia con i galloni di componente del “Tavolo nazionale per l’accoglienza” e le referenze di prefetti e di pezzi grossi del Viminale. Ma a Mineo è soltanto “esperto” di Giuseppe Castiglione, confermato dal sindaco di Mineo, Anna Aloisi. Un consulente molto apprezzato. Tanto da aspirare a un avanzamento di carriera: “collaboratore a tempo determinato part-time dell’ufficio Progettazione, gestione, rendicontazione dei fondi europei” per il consorzio dei Comuni. Una supercazzola spaziale per attestare ancor di più la presenza di Odevaine a Mineo, dov’era decisivo – secondo i pm – per gli appalti.
E così il “dottor Odevaine” partecipa al concorso bandito nel 2014. La fiducia nei suoi confronti era tanta che i componenti della commissione di gara (direttore del consorzio Giovanni Ferrera e gli allora responsabili dei servizi finaziario e amministrativo, Francesco Milazzo e Giuseppe Scornavacche) attestavano di aver svolto, il 20 giugno del 2014, un colloquio d’esame nella sede della Prefettura di Catania, al termine del quale veniva dichiarato vincitore, con immediata «stipula del contratto individuale di lavoro».
Ma quel colloquio non è mai avvenuto. Perché, scrive la Procura, quel giorno «Ferrera al suindicato orario si trovava nella propria abitazione, sita in via Aloi, in compagnia dello stesso Odevaine». Scatta dunque l’ipotesi di falso ideologico per Ferrera, Milazzo, Scornavacche e Odevaine. Quest’ultimo deve rispondere anche di errore determinato dall’altrui inganno. Perché, nel curriculum, oltre ad attestare di non aver mai ricevuto condanne penali, falsificava la data di redazione e di protocollo.
Come finisce la storia? Odevaine vince la selezione. Ed “entra” al Cara di Mineo. Stipendio: 12.872,02 euro l’anno (mille euro al mese) «al lordo delle trattenute previste per legge». Noccioline, per uno che ha ammesso ai giudici di Mafia Capitale di prendere 10mila euro al mese come “facilitatore” per le coop. Laddove il suo “maestro”, Salvatore Buzzi, diceva che «con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga».
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