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Neolaureata in Fisioterapia all’università di Catania riceve premio per la migliore tesi

Di Redazione |

Martina Mammola, neolaureata in Fisioterapia all’Università di Catania, è tra le vincitrici dell’edizione 2020 del premio per le migliori tesi di specializzazione o di laurea promosso dalla Fondazione Turati Onlus, dedicato alla memoria del fondatore e primo presidente Antonio Cariglia.

Un’iniziativa mirata a stimolare la crescita dello studio e della ricerca nel campo della riabilitazione e, in particolar modo quest’anno, sul tema dei disturbi del movimento a prescindere dalla loro eziologia, disturbi delle funzioni cognitive nell’anziano.

La dott.ssa Martina Mammola, laureata in Fisioterapia – corso di laurea presieduto dalla prof.ssa Francesca Serapide al Dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche dell’Università di Catania – ha presentato al concorso la tesi dal titolo “Diagnosi differenziale nelle alterazioni sensomotorie associate a disturbi cervicali” discussa il 28 ottobre scorso (relatore il prof. Rosario Ferlito) sulle vertigini cervicogeniche.

«L’Università di Catania ha dimostrato anche questa volta di essere un ottimo ateneo nel campo della formazione universitaria – aggiunge la neolaureata –. Ed è proprio grazie alla formazione universitaria ricevuta e ai docenti che fanno parte del corso di laurea frequentato che ho potuto raggiungere tutto questo. Sono onorata di essere stata studentessa di questo corso di laurea che consiglio a tutti coloro i quali vogliono intraprendere la carriera di fisioterapista. Ringrazio la prof.ssa Francesca Serapide per il lavoro svolto per tutti noi studenti di Fisioterapia e il prof. Rosario Ferlito, mio relatore, per avermi trasmesso, grazie alla sua professionalità, alle sue immense conoscenze e preziosi insegnamenti l’amore per questa professione. In futuro vorrei che questo traguardo raggiunto sia un piccolo trampolino di lancio per affermarmi in questo mondo».

E sulla tesi la dott.ssa Mammola spiega che «la diagnosi delle vertigini cervicogeniche rimane tutt’oggi controversa e scopo della revisione è di individuare gli elementi distintivi e le caratteristiche cliniche essenziali che permetterebbero di escludere altre condizioni ed effettuare una quanto più corretta e appropriata diagnosi differenziale».

«La diagnosi di vertigini cervicogeniche rimane difficile – aggiunge la neolaureata -. La storia clinica e l’esame obiettivo dei pazienti che avvertono dolore al collo e presentano vertigini e il successivo utilizzo di appropriati test diagnostici, forniscono preziose informazioni al fine di ottenere una corretta diagnosi di vertigini cervicogeniche».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA