CATANIA – «Quelle somme che gli associati versavano erano benefit assolutamente volontari, donate dopo che ciascuna vittima aveva già ricevuto il bonifico da parte dello Stato, quindi senza che io potessi fare pressione alcuna». Lo ha affermato Salvatore Campo, 75 anni, presidente dell’Associazione Siciliana antiestorsione (Asia) agli arresti domiciliari per falso ideologico, peculato ed estorsione, in dichiarazioni spontanee rese al Gip Anna Maria Cristaldi, alla presenza del Pm Fabio Regolo. Difeso dagli avvocati Luigi Latino e Sergio Confalone, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Respingendo anche le accuse di pressioni fatte prima di eventuali pagamenti per avere soldi da vittime: «se fosse stato così – ha detto al Gip – si sarebbero potuti rivolgere ad altre associazioni antiracket, a Catania ce ne sono sette».
I suoi legali hanno depositato alla Prefettura di Catania le lettera di dimissione di Campo dall’incarico di presidente dell’Asia, che ieri è stata sospesa dal prefetto Claudio Sammartino l’associazione dal registro degli Enti accreditati e avviato la procedura di revoca dell’iscrizione. Secondo quanto emerso dall’operazione “My racket” della Guardia di Finanza di Catania, Campo avrebbe chiesto soldi a vittime della criminalità per accelerare e non rallentare l’iter del risarcimento dallo Stato. Inoltre è accusato dalla Procura di Catania di essersi appropriato di fondi dell’associazione, 37mila euro dei quali sono state sequestrati dalle Fiamme gialle su disposizione del Gip.