Il Gup di Catania, Giuseppina Montuori ha rinviato a giudizio cinque persone per reati ambientali nella gestione degli scarichi di acque reflue nel Comune di Motta Sant’Anastasia.
Imputati per delitto colposo contro la salute pubblica sono il sindaco Anastasio Carrà, il dirigente dell’Area tecnica del Comune, Antonio Di Rosa, e Giuseppe Amato, legale rappresentante della Cps, società che gestisce l’impianto di contrada Ardizzone.
La Procura di Catania gli contesta «scarichi abusivi di acque reflue urbani contenenti percentuali di concentrazione di parametri chimici» ed «Escherichia Coli superiori ai limiti previsti» che avrebbero causato «la compromissione significativa delle acque del Fosso Lagani» e anche «del suolo», visto che «per un periodo dell’anno è in secca».
A giudizio anche l’amministratore unico della “Rizzotti costruzione”, Caterina Agata Italia Sapienza, e Gabriele Rizzotti, in qualità di rappresentante di fatto della società che il 19 dicembre del 2018, quando fu fatto il rilevamento, gestiva l’impianto di depurazione delle acque reflue urbane del Comune di Motta Sant’Anastasia a Fosso Lagani. Assieme a Carrà e a Di Rosa la Procura di Catania contesta loro il reato ambientale di divieto di scarico sul suolo.
Secondo l’accusa avrebbero «effettuato abusivamente lo scarico nell’alveo del Fosso Lagani delle acque reflue brute, provenienti dalla pubblica fognatura del Comune di Motta Sant’Anastasia in commistione con i reflui depurati in uscita dall’impianto sul suolo attraverso un by-pass non autorizzato».
Sono identificate come persone offese: il Comune di Motta Sant’Anastasia, il ministro dell’Ambiente e il presidente della Regione Siciliana. La prima udienza del processo si terrà il 2 marzo del 2022 davanti la prima sezione collegiale del Tribunale di Catania