Catania – È la notizia che non avremmo mai voluto dare, che speriamo di aggiornare al più presto, perché mai come in questa fase la città rischia di entrare in una “tempesta perfetta” che è necessario evitare, o almeno smorzare nei suoi effetti, tra grandi imprese in crisi e infrastrutture al palo, disoccupazione, allarme sociale, servizi a rischio e Comune in dissesto. I cantieri delle tratte urbane della metropolitana – la grande opera che attraversa Catania, da sola capace di cambiare la mobilità e rivitalizzare quartieri e periferie, come è successo a Nesima – vanno molto a rilento, o in alcuni casi sono fermi; una disdetta, proprio adesso che l’infrastruttura è un valore aggiunto, almeno da quando è in esercizio il collegamento da “Nesima” a “Stesicoro”, con uno scenario in costante evoluzione verso il completamento dell’“anello” da Misterbianco a Fontanarossa. Uno scenario, però, inevitabilmente penalizzato dalle crisi di Cmc e Tecnis.
Notizie “bruttine” arrivano dal cantiere in cui si sta scavando il tunnel di poco più di due chilometri della “Palestro-Stesicoro”, compreso nella tratta “Stesicoro-Aeroporto” in attesa del disco verde della Commissione europea per mandare in gara l’appalto integrato da 400 milioni per l’intera opera. Da novembre, nel cantiere a poca distanza da piazza Risorgimento e da San Leone, è stato avviato il solo scavo della galleria, mentre binari e impianti tecnologici sono compresi nell’appalto complessivo. Gli scavi erano partiti bene, con una buona media di metri giornalieri, in linea col cronoprogramma che prevede il completamento del tunnel entro la prima fase del 2020. Il cammino sotterraneo verso le fermate “Plebiscito” e San Domenico” è stato però rallentato dalla crisi di liquidità della Cmc, che ha inoltrato richiesta di accesso al concordato preventivo, mentre i 163 operai sono in cassa integrazione, da lunedì scorso. In tutto questo i metri scavati sono oggi 286, e non ci sono nell’immediato prospettive di accelerazioni. «Al momento non è possibile programmare i tempi – spiega il direttore generale della Fce Salvatore Fiore – perché bisognerà vedere se verrà o meno omologata la richiesta di concordato preventivo con prosecuzione dell’attività d’impresa». In una fase che resta carica di incognite, la Ferrovia Circumetnea ribadisce che verranno messe in atto tutte le misure necessarie a garantire gli interessi della collettività e il completamento dei lavori, proprio perché la richiesta dell’impresa prevede comunque la continuazione delle attività di cantiere.
Situazione complessa pure sul fronte ovest dell’opera, dove pure si intravedevano già due scadenze importanti, adesso da riprogrammare, cioé la fine lavori entro l’estate e la messa in esercizio nel prossimo autunno della stazione Monte Po, ovvero un primo “ingresso” della metro a Misterbianco, e della fermata “Fontana”, attesa per il collegamento con un tunnel pedonale al Garibaldi di Nesima. Tutto da rivedere, e condizionale d’obbligo. «Se i lavori riprenderanno in tempi brevi – aggiunge il direttore della Fce – una scadenza possibile potrebbe essere quella di fine anno». Tempi incerti anche per la fermata “Cibali”, l’incompiuta della tratta “Borgo Nesima”, dove è al lavoro la Tecnis. Resta poco da fare, un tunnel dalla banchina al mezzanino, e alcuni impianti; la speranza, sempre col condizionale, è di poter servire Cibali entro la prossima primavera estate.