Mare e salmonella, ad Aci Castello famiglia sta male dopo il bagno

Di Redazione / 20 Settembre 2021

La telenovela infinita. O se volete la parodia della “Concessione del telefono” di camilleriana memoria. Fatto sta che la vicenda legata alla realizzazione del collettore fognario che dovrebbe portare i reflui dalla riviera castellese sino al depuratore di Pantano d’Arci continua ad essere una farsa tutta siciliana. Solo che in questo caso, periodicamente si sono delle vittime, come la famiglia che alcuni giorni fa ha scritto al nostro giornale per dichiarare che dopo aver fatto un salutare bagno nella riviera si è ritrovata tutta a combattere con vomito, diarrea e febbre alta. Diagnosi: salmonellosi. Sono decenni che periodicamente il Comune di Aci Castello installa e poi toglie i divieti di balneazione, a seconda le analisi dell’Arpa, dell’Asp e poi grazie al gioco delle correnti. Ma quello che rende tutta questa farsa ancora più ridicola è la perimetrazione di un’oasi naturale marina che si trova davanti all’isola Lachea, come se i reflui e la cacca avesse il divieto di non oltrepassare quel confine .

E dire che oltre 20 anni fa, quando allora in Comune  ad Acicastello c’era il sindaco Paolo Castorina c’era un progetto per la realizzazione di una condotta sottomarina che avrebbe dovuto portare i reflui a qualche chilometro al largo per permettere alle correnti di scioglierli. Progetto bocciato anche dalle norme europee. Così ancora oggi gli scarichi che ammorbano l’aria e l’acqua di una delle aree più belle della riviera ionica continuano a riversare in mare migliaia di litri  al minuto di colibatteri fecali e detersivi vari che provengono soprattutto dai grandi agglomerati residenziali de paesi pedemontani.

Abbiamo chiesto al sindaco di Aci Castello,  Carmelo Scandurra, quanti altri anni  i nostri figli ,  i nostri nipoti e poi i pronipoti continueranno a fare il bagno in mezzo alla cacca. Ecco la risposta che è sconcertante: «Purtroppo – spiega – ad agosto ho dovuto inviare una lettera in prefettura per sollecitare un tavolo tecnico perché l’iter di realizzazione dell’opera aveva subito un brusco stop. C’è stato un intoppo perché si è passati da una contabilità speciale  a una contabilità ordinaria. Quindi tutto è finito all’interno del calderone del bilancio della Regione con  rallentamenti di spesa. Poi si è trovata una soluzione attraverso una normativa statale e  si è ripartiti. Ma successivamente sono sopravvenuti problemi per la realizzazione delle stazioni di sollevamento che devono essere realizzate lungo il percorso del tubo dei reflui. Cinque stazioni devono nascere ad Aci Castello, 4 a Catania e una a Capomulini. Ci sono poi stati problemi legati ai gestori dei sottoservizi per quanto riguarda lo spostamento di tubi importanti, oltre naturalmente al rilascio di autorizzazioni da parte dei Comuni di Acireale e di Catania. Ora visto questo iter che si era bloccato e considerando l’opera importante per la nostra riviera sono stato costretto a scrivere al prefetto, lamentando lo stallo nei lavori. Il prefetto    ha indetto un tavolo al quale hanno partecipato tutti gli attori coinvolti. La riunione ha consentito di far riprendere la procedura che riguarderà l’inizio dei lavori  in piazza Mancini Battaglia e in via Teseo, mentre il Comune di Acireale ha rilasciato il nulla osta per la realizzazione della stazione di sollevamento che comincerà  da metà ottobre in poi. Adesso il 22 settembre si terrà una nuova riunione a Catania per affrontare altre problematiche relative al percorso della condotta che attraverserà Catania». Ma lei a questo punto è in condizioni di indicare una data definitiva per la messa in funzione del collettore? «Aci Castello ed Acitrezza attendono da 40 anni di essere liberati dagli scarichi, ma al momento non sappiamo indicare una data perché una volta che tutto sarà ultimato poi bisognerà lavorare per la gestione e la messa in attività del collettore e prevedere i collegamenti per convogliare tutti gli scarichi che oggi finiscono a mare». Allora saranno ancora tempi molto lunghi? «Temo di sì». Quanto al malore che ha colpito la famiglia il sindaco ha aggiunto:  «Noi ci affidiamo ai rilievi dell’Asp e quando l’acqua supera alcuni parametri installiamo immediatamente i divieti di balneazione che ormai sono anche bilingue e che sono fissi in alcune aree in prossimità degli scarichi più importanti come nel lungomare Scardamiano e nei pressi della statua di padre Pio ad Acitrezza. Quest’anno è successo solo una volta, ad inizio estate e poi tutte le analisi sono state nella norma». La farsa nella farsa è che c’è ancora chi ha il coraggio di parlare di turismo…. Magari si potrebbe ipotizzare un tour lungo i tanti scarichi fognari… Originale no?  

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Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: aci castello acque reflue collettore depuratori famiglia salmonella sindaco