CATANIA – Condanna all’ergastolo e due anni di isolamento diurno. E’ la richiesta avanzata dalla Procura di Catania alla Corte d’assise per l’omicidio di Luigi Ilardo, il cugino del boss Giuseppe ‘Piddu’ Madonia, assassinato il 10 maggio 1996 nel capoluogo etneo perché, secondo l’accusa, Cosa nostra scoprì che aveva l’intenzione di collaborare con la giustizia, usando il nome in codice “Oriente”.
La richiesta è stata avanzata dal Pm Pasquale Pacifico nei confronti dei quattro imputati: i capimafia Giuseppe Madonia e Vincenzo Santapaola, in qualità di mandanti, il boss Maurizio Zuccaro come organizzatore e Orazio Benedetto Cocimano come esecutore materiale.
All’omicidio avrebbero preso parte anche Maurizio Signorino e Pietro Giuffrida, entrambi poi deceduti. Per lo stesso delitto il 19 maggio del 2014 il Gup di Catania, Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo, ha condannato, col rito abbreviato, a 13 anni e 4 mesi di reclusione, il boss ‘pentito’ Santo La Causa, che aveva organizzato dei sopralluoghi per compiere l’agguato, ma che fu poi bypassato nella commissione del delitto che subì un’improvvisa accelerazione. La prossima udienza è stata fissata per il 14 febbraio prossimo, con le arringhe delle difese.
Negli atti dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Carmelo Zuccaro e dal sostituto Pasquale Pacifico, sono confluite anche le dichiarazioni, rese nel 2010, dal collaboratore di giustizia Eugenio Salvatore Sturiale, che era vicino di casa di Ilardo e assistette casualmente ad alcuni appostamenti nei pressi dell’abitazione della vittima e poi all’agguato. Le indagini sono state eseguite dalla squadra mobile della Questura di Catania.
Dell’omicidio Ilardo si è interessato anche la Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta mancata cattura nel 1995 del boss Bernardo Provenzano, arrestato nel 2006.