PALERMO – Il boss ergastolano Antonino Santapaola, 63 anni, fratello del capomafia Benedetto, è stato trasferito il 15 giugno scorso dal carcere di Opera, dove è detenuto in regime di 41 bis, nella quinta divisione di Medicina protetta dell’ospedale San Paolo di Milano. Ma i familiari e il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, dicono di «non saperne il motivo». La moglie, Santa Rapisarda, in una lettera inviata alla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, sostiene che dalla struttura penitenziaria «omettono di riferire le ragioni per le quali mio marito è ricoverato» dicendo solo che è in ospedale per «accertamenti sanitari, disposti da questo istituto».
«Presidente Rosy Bindi – scrive nella missiva-esposto Santa Rapisarda – in questi giorni tanta bufera si è abbattuta per il caso Riina, anche lui in regime di 41 bis, circa la pronuncia della Cassazione che ha stabilito che essendo il detenuto malato ha diritto ad una morte dignitosa. Ma io non sto chiedendo che mio marito venga scarcerato, nonostante lo stesso sia affetto da gravissime patologie, ma solo di sapere il motivo perché è stato ricoverato e le sue attuali condizioni di salute. Mi rivolgo a lei soltanto per farmi sapere, anche attraverso il mio avvocato, l’attuale stato di salute di mio marito e perché è ricoverato».
Antonino Santapaola sta scontando un ergastolo definitivo per un duplice omicidio commesso agli inizi degli anni Ottanta, a Catania. Ha pendenti numerosi processi per associazione mafiosa e estorsione, molti sono stati sospesi perché perizie mediche hanno accertato che «è incapace di partecipare consapevolmente al processo per difetto di intelligenza discendente da infermità psichica».