CATANIA – L’estate sta arrivando e il lungomare cade a pezzi, e di conseguenza bisogna correre ai ripari per fronteggiare almeno i rischi più evidenti e immediati, come la ringhiera di protezione dalla sottostante scogliera, arrugginita o peggio malridotta e perfino priva di sbarre in alcuni tratti. Situazione di emergenza, come ogni anno – considerando che tra poche settimane saranno migliaia le persone che ogni giorno si riverseranno sulla passeggiata a mare della città – che il Comune si appresta ad affrontare nel breve termine con un piano di manutenzione che consenta in qualche modo di mettere in sicurezza tutto ciò che traballa, che è sul punto di staccarsi o che ha già ceduto.
Ma se una verifica tecnica generale è urgente e necessaria su ringhiere, cartelli stradali, pannelli e cavi elettrici più o meno volanti, il vero e più profondo “malessere” del lungomare è quello che non sempre si vede, e che nel corso dei decenni ha reso più fragili ed esposte al rischio idrogeologico le piazze Tricolore e Nettuno, come pure il tratto di scogliera del “Caito” sul fronte di piazza Europa. La criticità più evidente è quella di piazza Tricolore, laddove è ormai da alcuni anni transennata l’ampia area prospiciente l’affaccio a mare, e dove l’azione di onde e mareggiate ha scavato dalbasso la scogliera, facendo anche “scivolare” i solai di ferro e cemento che vennero realizzati oltre mezzo secolo addietro per “sostenere” la piazza.
Ma è l’intera costa che affianca il lungomare a manifestare i segni del tempo e del mare, dalla strada che costeggia l’area del solarium di piazza Europa – dove diverse frane hanno spesso acceso la spia rossa del pericolo – fino alla parte opposta, quasi sotto la garitta spagnola di Ognina; qui, tra gli scogli, sotto l’affaccio a mare vicino all’area del secondo solarium, giace quello che resta un altro “solaio”, proprio dove lo scorso autunno si abbattè la mareggiata che distrusse la piattaforma, poco prima che venisse smontata. In questo scenario, che è quello dell’ennesima estate da affrontare confidando nella buona sorte, al di là della manutenzione che potrà essere realizzata in poche settimane, l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco è stato ieri a Palermo, per “spingere” il progetto di messa in sicurezza della costa del lungomare dal rischio idrogeologico, che prevede sotto le piazze della scogliera solai di sostegno di nuova concezione ingegneristica e maggiore resistenza, evidentemente, rispetto a mezzo secolo addietro.
Un progetto che esiste da alcuni anni ma che è rimasto nel cassetto mentre la situazione è peggiorata, e le transenne di piazza Tricolore fanno ormai parte di quest’area stupenda e fragile della città. «C’è stato un incontro con l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Maurizio Croce – spiega l’assessore Bosco – da cui è emersa l’esigenza di una rivisitazione dei due progetti relativi alla messa in sicurezza delle piazze Tricolore e Nettuno, e del tratto di costa del Caito, per un importo rispettivamente di 7,5 e 2,5 milioni, complessivamente una decina di milioni. Gli interventi sono comunque inseriti nel pacchetto dei progetti previsti dal Patto per il Sud, che deriva dalla precedente “pittaforma Rendis”, con fondi stanziati proprio per fronteggiare il dissesto idrogeologico».
L’intervento è inserito dunque in una graduatoria di lavori previsti per la prevenzione del rischio idrogeologico, ma una previsione sui tempi è impossibile, anche se il Comune ha fatto rilevare l’urgenza di mettere in sicurezza un tratto di costa che è anche zona balneare frequentatissima in piena città, e punta pure sul “Patto per Catania” che dovrebbe tra breve essere stipulato per finanziare in parte l’opera. L’importante è che qualcuno salvi il lungomare, prima possibile, e prima che sia troppo tardi.
Cesare La Marca