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movida in lutto

L’ultimo saluto a Marco Allia, papà della “disco” con la musica italiana

I funerali nella chiesa di Santa Maria della Guardia, il dolore degli amici di sempre

Di Francesca Aglieri Rinella |

Se ne è andato in silenzio Marco Allia, 58 anni, animatore indiscusso della movida catanese degli anni Duemila. Di lui in tanti ricordano l’andatura traballante, gli occhi chiari sempre sorridenti, la generosità con gli amici e con i clienti dei locali che gestiva, la passione vulcanica che metteva nelle centinaia di serate organizzate nei posti più trend di Catania: i Quattro Venti, ai tempi del Calcio Catania in serie A e di Armando Pantanelli tra i pali, il Bellatrix, l’indimenticabile giovedì d’estate al Lido Esagono, alla Scogliera e le domeniche al Paradiso dell’Etna. E in tanti ricordano soprattutto il suo tormentone: “Arrumpiri…” urlava spensierato alla consolle.Con Marco (nella foto) se ne vanno ricordi indelebili che rimarranno impressi nei cuori di quelle generazioni che dieci-quindici anni fa erano studenti universitari e frequentavano le discoteche e le location più esclusive della città. La domenica ai Quattro Venti – con Marco (e Luca Ciliberti dj) – era un rituale. Lui rigorosamente in manica di camicia, pashmina e auricolare all’orecchio gestiva le liste, salutava gli amici, risolveva i problemi all’ingresso per evitarne altri. E una volta che il locale era pieno, dopo avere tirato un sospiro di sollievo, si scatenava tra il bancone del bar e la postazione del disk jockey. Poi a tarda sera, l’arrivo dei giocatori del Catania, accolti e acclamati come star dagli ospiti, il privè a loro riservato, i drink e la musica italiana. “Arrumpiri…” appunto. Perchè la domenica degli anni Duemila era solo una, quella dei Quattro Venti di Marco Allia. E in estate del Paradiso dell’Etna.D’estate, invece, la musica italiana si ballava all’Esagono, poi diventato Marè: serate vista mare affollatissime e divertentissime dove era sempre Marco insieme con i “suoi” ragazzi dello staff mattatore e pr.Tanti sono i messaggi social di cordoglio. È addolorato Francesco “Ciccio” Pulvirenti che con Marco ha condiviso anni di amicizia, mondanità e affari: erano soci nella gestione di alcuni locali. «Non ho parole per descrivere il dolore che ho dentro al mio cuore. Facci ballare sempre fratello mio».O Manlio Messina, all’epoca giovane laureato e organizzatore di serate: «Sono affranto dal dolore sì, affranto è la parola che più si avvicina a ciò che ho dentro. Ma non posso e non voglio ricordarti con questa tristezza che adesso mi attanaglia il cuore. Non posso perché tu eri gioia, eri festa, eri allegria, eri follia mista alla pazzia, eri genio, eri disordine, eri generosità, eri e resterai per sempre il mio fratelooooo. Anche gli ultimi giorni riuscivi comunque a sorridere e essere allegro. Non so perché accade tutto ciò, un giorno forse lo scopriremo, ma adesso sono sicuro che starai già facendo mangiare e ballare tutto il Paradiso» scrive l’amico, oggi parlamentare nazionale di FdI.I funerali nella chiesa di Santa Maria della Guardia.

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