L’omicidio della piccola Elena: la madre Martina condannata a 30 anni

Di Laura Distefano / 12 Luglio 2024
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Martina Patti è stata condannata a 30 anni. Pochi minuti fa il presidente della Corte d’Assise di Catania, Sebastiano Mignemi, ha letto il dispositivo della sentenza. Il collegio dopo due ore di camera di consiglio ha totalmente accolto la richiesta avanzata nella scorsa udienza dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dalla pm Assunta Musella. E cioè le sono state riconosciute le attenuanti generiche, in considerazione della confessione e della collaborazione dell’imputata, della sua giovane età, equivalenti alle aggravanti contestate. La giovane mamma, 25 anni, due anni fa uccise Elena, con diversi fendenti dopo averla coperta con diversi sacchi neri, poi la seppellì in un terreno di sabbia lavica a pochi metri dalla villetta di via Euclide a Mascalucia. Le accuse nei confronti dei 26enne sono state omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato.

Martina ha assistito alla lettura della sentenza dalla cella dell’aula dedicata a Serafino Famà. Anche oggi era vestita con una maglietta bianca e i capelli neri raccolti. Una sorta di divisa, che ha indossato per tutta la durata del dibattimento. La mamma della Patti non ha trattenuto il pianto, mentre gli altri familiari hanno tenuto un atteggiamento composto senza alcun commento. I legali hanno annunciato già ricorso in Appello, dopo le motivazioni che saranno depositate tra 90 giorni. Oggi si era svolta l’arringa dei difensori che si era conclusa con la richiesta dell’assoluzione per incapacità di intendere e di volere (basata sull’ipotesi avanzata dal consulente che fosse in preda a una bolla dissociativa) e in subordine il riconoscimento delle attenuanti con l’esclusione delle aggravanti di premeditazione e futili motivi.

I familiari del papà non erano in aula. A dare la notizia è stata l’avvocato Barbara Ronsivalle, che nelle repliche di questa mattina aveva insistito per l’ergastolo. La Corte d’Assise di Catania ha condannato Patti a risarcire le parti civili: stabilita una provvisionale di 150mila euro per l’ex compagno e 80mila euro per i nonni paterni e gli zii.

La sera prima Elena ha dormito a casa dei nonni. La mattina dopo la zia l’ha accompagnata all’asilo e la madre è andata a riprenderla ed è tornata a casa, a Mascalucia. Poi mamma e figlia sono uscite perché dovevano andare da un conoscente, ma invece Martina ha portato la figlia in un campo di sciara con la scusa di un gioco e invece l’ha uccisa brutalmente. La mattina aveva portato vicino al terreno pala e piccone, che però dice di non aver usato. “Ho scavato con le mani”, ha detto durante l’esame drammatico nel dibattimento. Immediatamente dopo il delitto ha vagato con la macchina chiamando l’ex compagno e i genitori. Lì la bugia del finto rapimento. Che è stato smentito dai riscontri dei carabinieri. Il giorno dopo il crollo con il padre: “Elena non c’è più”. La piccola è stata trovata mezza nuda: si vedeva sulla sabbia nera solo un piccolo pezzo di gluteo. Il medico legale parlerà di una morte non immediata della piccola. Elena oggi avrebbe compiuto 7 anni. Una drammatica coincidenza: compleanno e sentenza lo stesso giorno.

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Laura Distefano