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Librino, l’effetto Mattarella dura poco: il quartiere torna alla “sua” realtà

Di Pierangela Cannone |

CATANIA – All’indomani della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la città è tornata al suo volto abituale, così che a Librino, in piazza Dante e in piazza Bellini – come dicevamo ieri, i luoghi dell’appuntamento tra la città e il presidente – sono riapparse le solite criticità. Andiamo per ordine.

Librino, ore 11. Il quartiere ha riacquistato la sua immagine: il sottofondo non è più il vociare gioioso della folla assemblata lungo il tragitto del corteo presidenziale, ma regna nuovamente il silenzio di un giorno qualunque. Un’assenza di suoni che, comunque, è significativa. I volti della gente hanno perso l’espressione fiera, riacquistando quella guardinga e sospettosa di chi “teme” di trovare per strada i soliti problemi. Alcuni uomini osservano il via vai di auto dal ciglio della strada, le donne con il carico della spesa frettolosamente tentano di guadagnare la via di casa. Della giornata presidenziale restano poche tracce: il manto stradale che ha segnato il passaggio delle autorità è debitamente asfaltato, le aiuole nello stesso percorso sono ordinate e ben composte e ancora sventolano le bandiere collocate in segno di omaggio.

«Ci vorrebbe un presidente al mese – afferma la signora Tina, accettando l’intervista a patto che possa rispondere dal balcone di casa – In via Moncada, proprio di fronte al palazzo di cemento, c’è sempre stata una microdiscarica che è sparita improvvisamente solo per l’occasione. Magari ci vorrà un po’ perché si ricostituisca, ma sono certa che ciò avverrà».

La signora Laura, mentre porta a spasso il suo cagnolino, è restìa a esporre la propria opinione, ma alla fine affiora quello che lei considera un problema particolarmente dolente: «L’orto urbano – dice – non è la soluzione ai nostri problemi, anzi. I vandali adesso hanno qualcosa in più da devastare. Qui occorrono aiuti più immediati e concreti».

Piazza Dante e piazza Castello Ursino, ore 12. Anche qui il quartiere si è svegliato con il volto di sempre: posteggiatori abusivi, parcheggi selvaggi, aiuole zeppe di rifiuti e ambulanti pronti a dileguarsi al primo segnale.

Rosanna Raudino, studentessa di Filosofia, è «veramente stanca – afferma con insofferenza – di dovere pagare una sorta di “tangente” al posteggiatore abusivo dopo che ho fatto il biglietto Sostare. Perché accetto questa forma di ricatto? Altrimenti non troverei più la mia macchina integra, così per come l’ho lasciata».

Più reticenti, invece, sono i baristi. A loro opinione la visita del presidente Mattarella è stata organizzata meglio di precedenti incontri istituzionali perché «non hanno bloccato le strade, ci hanno permesso di lavorare, hanno messo in luce i punti “caldi” della città», afferma Giacomo mentre prepara un caffè ai suoi clienti.

Piazza Bellini, ore 13. Il traffico è in tilt e i motorini scorrazzano liberamente da un capo all’altro della piazza, considerando la fontana il centro di una giostra improvvisata per pericolose prodezze. I venditori ambulanti, spariti nel giorno della visita, sono riapparsi come le api sul miele e assillano i passanti con la loro mercanzia. Alcuni ragazzi si isolano nei meandri delle viuzze circostanti il teatro e, sebbene sia pieno giorno, rullano una sigaretta che non odora solo di tabacco. Alle 18, poi, gli scooter lasciano il posto alle auto, che transitano tranquillamente nonostante il divieto.

«Attraverso piazza Teatro ogni mattina – racconta la studentessa Maria Teresa Scandurra – per raggiungere la facoltà di Scienze Politiche e non nascondo di stare sempre in ansia e con il timore di subire qualche scippo o peggio. Ieri, invece, ho percepito un’insolita serenità. Peccato che sia già passata».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA