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L’ex 3A e il fallimento “Katering”: le precisazioni di Ferraù

Di Redazione |

In relazione all’articolo pubblicato l’8 marzo scorso sulla vicenda dei dipendenti dei supermercati 3A dal titolo “Dopo vent’anni e tre sentenze 135 lavoratori aspettano ancora”, in relazione al fallimento della Katering Interprojet (il cui amministratore unico era Antonino Ferraù), all’ammissione delle cosiddette “insinuazioni al passivo” a tutela dei lavoratori; sul ricorso in appello e in Cassazione e sulla vendita della farmacia di Taormina, si chiarisce, su richiesta dell’avvocato di Antonino Ferraù:

«Che essa fu venduta nell’ambito dello spossessamento del fallito di tutti i suoi beni. E così, dichiarato il fallimento personale di Ferraù e delle sue società, allo stesso fu tolto ogni bene proprio o aziendale, ivi compresa la farmacia, che fu sì venduta, non dal Ferraù, ma dalla curatela fallimentare (divenuta unica proprietaria di tutto quanto prima apparteneva al fallito) che ne incassò il relativo prezzo.

Non è vero neppure che Ferraù propose ricorso dapprima in appello e poi in Cassazione avverso l’ammissione al passivo dei lavoratori 3A, il cui credito non è stato mai contestato da Ferraù. Il giudizio richiamato nell’articolo, invero, ineriva una vicenda del tutto estranea ai lavoratori, relativa invece alla notifica della sentenza dichiarativa di fallimento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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