L’Etna si risveglia, ancora una volta, e sveglia tutti, in particolar modo gli abitanti dei comuni pedemontani, con fortissimi boati. Il vulcano continua a dare spettacolo e, ancora una volta di notte, con il 14simo evento parossistico registrato, dal 16 febbraio scorso. La nuova fase, secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo di Catania, ha nuovamente interessato il cratere di Sud-Est ed è durata diverse ore e si è concluso. Il fenomeno è stato caratterizzato da fontana di lava, emissione di cenere eruttiva, ricaduta sul versante Sud-Est dell’Etna, boati uditi a grande distanza e una colata lavica che si espande lungo il versante occidentale della Valle del Bove. Il 14esimo parossismo dell’anno sul vulcano attivo più alto d’Europa è stato “accompagnato” da una caratteristica particolare: violenti boati che hanno fatto tremare infissi e svegliato persone che abitano nei paesi alla pendici dell’Etna.
Un fenomeno dovuta all’emissione di gas dai crateri sommitali che rientra nella tradizionale attivuità della ‘montagnà, di “Idda” (Lei), come la chiamano i catanesi. L’Ingv-Oe segnala che l’ampiezza del tremore è in netta diminuzione e a livelli medi. Le sorgenti vengono localizzate a sud est del cratere di Sud-Est ad una profondità di circa 2.000 metri sul livello del mare e il segnale infrasonico non rileva attività vulcanica. A causa della copertura nuvolosa l’osservazione dell’attività in corso è molto limitata e discontinua. Il nuovo parossismo del vulcano non ha inciso sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.