CATANIA – Una illecita raccolta e gestione delle scommesse sportive on line realizzata attraverso una piattaforma di gioco su internet non autorizzata ad operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese per occultare il legame con il nostro Paese e le connessioni con la criminalità organizzata siciliana. E’ quella scoperta dall’operazione “Doppio gioco” della Guardia di Finanza del comando provinciale di Catania che, in collaborazione con lo Scico di Roma, ha eseguito misure personali restrittive nei confronti di 23 persone: 12 destinatarie di custodia cautelare in carcere, due degli arresti domiciliari e nove della misura interdittiva dell’esercizio dell’attività commerciale. Sono indagati, a vario titolo, per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio. La Procura distrettuale contesta anche l’aggravante di avere favorito l’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Dall’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catania che ha indagato 339 persone, è emerso che l’organizzazione criminale aveva anche organizzato un illecita raccolta di scommesse “da banco” sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie collegate per la trasmissione dati, alla piattaforma di gioco. Le indagini hanno permesso di accertare che soltanto una parte minima delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate è stata effettuata in presenza e pagate in contanti.
Nel corso degli accertamenti militari del nucleo Pef della Guardia di finanza di Catania hanno sequestrato quasi 180mila euro occultati nel doppio fondo di un’autovettura. L’operazione è stata ripresa in video e audio dalla guardia di finanza. Il “giro d’affari” è stimato in oltre 80 milioni di euro, somma complessiva per cui è stato eseguito un sequestro beni equivalenti che, secondo l’accusa, sono comprati riciclando i proventi delle scommesse: disponibilità finanziarie per 62 milioni in Italia, Polonia e Malta; fabbricati e terreni Puglia e in Emilia-Romagna; e una società di ristorazione in Germania.
Era stata denominata “Raisebet24.com” la piattaforma on line non autorizzata a operare in Italia; la proprietà è risultata a una società maltese. Raccolte scommesse per 32 milioni di euro, mentre la società maltese, che in realtà ha operato come stabile organizzazione sul territorio nazionale, ha evaso le imposte sui redditi per oltre 30 milioni di euro. Gli importi delle scommesse, raccolte dalle varie agenzie, e i proventi dell’evasione, complessivamente pari a oltre 62 milioni di euro, sono poi affluiti nei conti della società maltese e, da lì, ulteriormente riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia ed Emilia-Romagna) e in Germania. I militari del nucleo Pef di Catania hanno sequestrato quasi 180 mila euro in contanti, occultati nel doppio fondo di un’autovettura.
Sono 12 persone che sono state rinchiuse in carcere. Due quelle poste agli arresti domiciliari. Per altre nove è scattata una misura interdittiva dell’attività imprenditoriale e di qualsiasi attività lavorativa, anche impiegatizia, nell’ambito del mondo lavorativo che ruota intorno elle scommesse. A tutti viene contestata l’appartenenza al clan Santapaola-Ercolano. In carcere sono finiti i fratelli Carmelo e Giuseppe Gabriele Placenti, rispettivamente di 47 e 34 anni, Cristian Di Mauro, di 28, Carmelo Rosario Raspante, di 61, Francesco Catacchio, di 41, Corrado Casto, di 63, Graziella Barberi, di 46, Antonino Agatino Epaminonda, di 54, Salvatore Sparacio, di 46, Giuseppe Boscarino, di 42, Paolo Ranmpino, di 37, e Ignazio Russo, di 55.
Agli arresti domiciliari sono stati posti Gino Pennetta, di 44 anni, m e Antonio Di Marzo, di 49. L’interdizione dell’attività imprenditoriale è scattata per Alessandro Cammarata, di 42 anni, Francesco e Giuseppe Cocimano, rispettivamente di 36 e 46, Marco Daidone, di 48, Federico Di Cio, di 44, Angelo Fabio Mazzerbo, di 43, Salvatore Spinali, di 60, Alfredo Valenti , di 34, Leonardo Zappalà, di 60.