L’appello di un padre: «I figli di coppie separate hanno il diritto di crescere liberamente e serenamente»

Di Francesca Aglieri Rinella / 01 Febbraio 2024

Tutti i figli, anche quelli di coppie separate, hanno il diritto di crescere serenamente. Inizia così il racconto a La Sicilia di un padre 49enne catanese vittima dell’ex compagna che, dopo la separazione, ha cercato di portargli via il figlio che a novembre compirà 12 anni. E che in parte ci è riuscita. La donna è finita agli onori della cronaca perchè a giugno del 2021 aveva accusato 11 poliziotti di averle strappato il figlio. Gli agenti avevano soltanto prelevato il minore dopo un pronunciamento del Tribunale.

La storia

«Dopo la morte di mia moglie – racconta Alfredo (nome di fantasia, ndr) -mi sono trasferito in Sud America e in Perù ho conosciuto quella che poi è diventata la madre di mio figlio. Siamo rientrati in Italia e dopo la nascita di Francesco (nome di fantasia, ndr) lei è completamente cambiata. Vivevamo a Roma con una situazione economica difficile. Un rapporto di coppia diventato nel tempo insostenibile che mi ha costretto ad andare via di casa. Quando l’ho lasciata è stato come se le avessi fatto un torto e ha iniziato ad andarmi contro usando nostro figlio. Dopo un paio di mesi che ci eravamo lasciati, è sparita svuotando l’appartamento in cui era rimasta con il bambino e si è trasferita da Roma a Pordenone per lavorare. Dopo dieci mesi si è nuovamente trasferita con mio figlio, stavolta a Pisa, senza avvisare. È stato allora che sono entrati in scena gli avvocati, c’è stata una causa civile e abbiamo raggiunto un accordo che però lei in più occasioni non ha rispettato. L’accordo prevedeva che il bambino stesse con lei e che io ogni due settimane lo raggiungessi per incontarlo. Fino a quando mi è stato vietato di portarlo a Catania perchè lei si è inventata che io abusavo di mio figlio. In occasione di un Natale, quello del 2019, sono andata a prenderlo e lei mi dice che il bambino non voleva più vedermi. Non l’ho più visto né sentito fino a giugno del 2021. In tutto quel tempo Francesco l’ho perso. Nel frattempo le udienze in tribunale si susseguivano, il bambino era interrogato dalle forze dell’ordine in borghese a scuola per cercare di capire cosa era realmente accadeva. Fino a che, sempre nel 2021, si arriva all’affido condiviso. Ma lei lo chiude in casa per 35 giorni fino all’arrivo dei poliziotti e l’ingresso che ha tanto sbandierato come un’irruzione forzata, accusando la polizia di averle sottratto il figlio. Quei messaggi negativi che lei ha sempre dato a nostro figlio sono continuati e continuano. E infatti Francesco con me è sempre restio. A che pro mi chiedo? La mia storia è una delle tante vissute da padri separati che spesso non vengono raccontate».

La legge Cartabia

Adesso Francesco con chi vive? «Dopo due anni è mezzo trascorsi con me, il bambino è nuovamente con sua madre (nonostante una sentenza e diverse consulenze psicologiche dicano che io sono idoneo e lei no). Perchè, in base alle indicazioni della Legge Cartabia, è stato riascoltato e ha detto di volere stare con lei. Una riforma che ha dei risvolti assurdi. In questi casi così controversi non si può e non si deve lasciare scegliere un minore. La legge dovrebbe tutelare i minori, non far decidere loro e quindi responsabilizzarli a tal punto. Un pre-adolescente non sa cosa è giusto o sbagliato, è solo un bambino che ama i suoi genitori e cerca di non fare la cosa sbagliata. Ma la cosa giusta non la può apprendere da un genitore che lo pressa e lo ricatta con la paura di non poterlo più rivedere».

L’appello

«Quando dico che mio figlio non deve essere soggiogato, ma libero, non intendo che debba stare con me, ma che sia libero da qualsiasi costrizione mentale. Le accuse mosse nei miei confronti, alla fine, si sono rivelate infondate. Non voglio capiti ad altri padri. Oggi sono tante le associazioni e i movimenti che riuniscono quelli separati. Uomini che difendono la dignità di padri e che scendono in campo per sensibilizzare l’opinione pubblica e la giustizia sull’applicazione delle leggi nel rispetto della bigenorialità. Ecco il messaggio iniziale: tutti i figli, anche quelli di coppie separate, hanno il diritto di crescere serenamente».

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Pubblicato da:
Francesca Aglieri
Tag: bigenitorialità