L’appalto di UniCt da 19 milioni e i dubbi di Ance sulla gara accolti dall’Anac: ora è braccio di ferro

Di Redazione / 31 Ottobre 2024

Dopo la denuncia sull’eccesso di aggiudicazioni senza gara in Sicilia, compie un altro passo avanti la battaglia dell’Ance Sicilia per la trasparenza e la correttezza negli appalti pubblici.

L’Autorità nazionale anticorruzione, presieduta da Giuseppe Busia, con la delibera numero 454 dello scorso 9 ottobre ha accolto la segnalazione con cui l’Ance Sicilia ha contestato il criterio dell’offerta al minor prezzo, adottato dall’Università degli studi di Catania per aggiudicare la gara d’appalto da 19,1 milioni relativa al Centro ospedaliero a polo didattico universitario padiglioni 14, 17 e 19 dell’ex ospedale Vittorio Emanuele. Ance Sicilia ha rilevato, in sintesi, la violazione dell’art. 108 del Codice dei contratti pubblici, la violazione del principio del risultato, quella del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità, oltre che il difetto di motivazione e l’eccesso di potere e lo sviamento dell’interesse pubblico.

Un problema di trasparenza che nasce anche dal fatto che è stato eliminato l’obbligo della pubblicazione dei bandi sui quotidiani.

Il presidente Busia, analizzato il caso e sentite le ragioni delle due parti, ha deliberato che il criterio del minor prezzo adottato in questa procedura di gara, che è riferita a lavori di importo superiore alla soglia comunitaria, non è conforme al nuovo Codice dei contratti pubblici. Busia, inoltre, ha ritenuto che questo appalto, riguardante essenzialmente opere superspecialistiche caratterizzate da notevole contenuto tecnologico, risultava aggiudicabile “esclusivamente secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base del migliore rapporto qualità/prezzo, valorizzando non solo gli aspetti qualitativi, ma anche quelli ambientali o sociali connessi all’oggetto dell’appalto”.

L’Università etnea aveva ritenuto che fosse “legislativamente consentito all’Amministrazione, nell’ambito del potere discrezionale riconosciutole, scegliere, tra i diversi criteri, quello più adeguato in relazione alle caratteristiche dell’oggetto del contratto” e ha motivato “la scelta operata in quanto, essendo in possesso di un progetto esecutivo, è stata in grado di predeterminare in modo preciso l’oggetto del contratto, e non aveva interesse a valorizzare gli aspetti qualitativi dell’offerta”.

Ance Sicilia nella segnalazione all’Anac ha sostenuto, invece, di non ritenere comprensibili le ragioni per le quali la stazione appaltante abbia inteso utilizzare il criterio del minor prezzo, dato che si tratta di una procedura di appalto di lavori di importo sopra la soglia comunitaria, né la motivazione riportata in ordine alla scelta effettuata, stante l’assenza di presupposti di legge volti a legittimare il criterio del minor prezzo. Tesi accolta dall’Anac. Pertanto Ance Sicilia ha invitato la stazione appaltante ad annullare o a rettificare il bando di gara nelle parti oggetto di censura. “Invito che non è stato accolto dall’Ateneo”, precisano da Ance Sicilia. La delibera dell’Anac che ha accolto la tesi dell’Ance Sicilia vale, comunque, per tutte le stazioni appaltanti sull’intero territorio nazionale.

“Ci rendiamo conto – commenta il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone – che il nuovo Codice dei contratti pubblici si presta a diverse possibili interpretazioni anche in buona fede. Ed è, pertanto, nostro compito richiamare le stazioni appaltanti all’opportunità di accettare il confronto, con l’Anac, con le Istituzioni preposte, con le associazioni di categoria e i professionisti, per evitare di incorrere in interpretazioni azzardate e non coerenti con la normativa che finiscono per escludere dalle aggiudicazioni le imprese più qualificate, a scapito della corretta esecuzione delle opere e dell’interesse collettivo ad una spesa trasparente ed efficiente dei fondi pubblici”. Per queste ragioni l’Ance Sicilia, nell’incontro che sarà convocato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, oltre alla raccomandazione alle stazioni appaltanti di ricorrere alla procedura di gara aperta per importi sotto la soglia comunitaria, gli chiederà di segnalare a tutti gli enti anche questa delibera dell’Anac riguardante i lavori di importo superiore alla soglia comunitaria.

E della delicata situazione delle procedure di gara in Sicilia, con i dati relativi al primo semestre 2024, parlerà anche Santo Cutrone nel corso dell’audizione convocata per mercoledì prossimo, 6 novembre, alle 11, dal presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Antonello Cracolici, per un approfondimento a seguito della denuncia di Ance Sicilia circa l’eccesso di aggiudicazioni senza gara.

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Pubblicato da:
Fabio Russello