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L’aggressione di via Capuana, in un video l’acquisto della benzina: ecco come hanno dato fuoco a Giusi

Per il giudice: un «gesto organizzato, studiato e infine eseguito sulla scorta di un moto di rabbia, ma sulla base di una sostanziale pianificazione»

Di Francesca Aglieri Rinella |

Un «gesto organizzato, studiato e infine eseguito sulla scorta di un moto di rabbia, ma sulla base di una sostanziale pianificazione» con le due indagate «capaci di lucida ferocia…». Sono alcuni dei passaggi dell’ordinanza con cui il Gip Simona Ragazzi ha convalidato il fermo di Agata Vitanza e Rosa Alessandra Gennamari per il tentato omicidio e le lesioni personali (reati aggravati dai futili motivi) nei confronti di Giusi, la donna di 26 anni aggredita con del liquido infiammabile in via Luigi Capuana (nella foto) e a cui è stato dato fuoco. Le due donne, 42 anni entrambe, restano quindi in carcere, a Piazza Lanza, dove sono rinchiuse da sabato notte.

La ricostruzione e le immagini della video sorveglianza

Il giudice non ha ritenuto credibile la loro ricostruzione fatta in sede di interrogatorio di garanzia. Non ha ritenuto verosimile che non ci fosse la premeditazione nell’aggressione con il liquido infiammabile comprato nel distributore di benzina di piazza Bovio dopo avere fatto un giro di ricognizione in auto ed essersi accorte che ad attenderle c’erano «almeno una ventina di donne» e dell’accendino «di colore verde e nero» acquistato in un tabacchino. Entrambi i momenti “immortalati” dalle telecamere di videosorveglianza della zona acquisite dagli investigatori della Squadra Mobile. «Non vi è dubbio -scrive il giudice per le indagini preliminari – che le due donne abbiano compiuto atti che – per i mezzi adoperati (liquido infiammabile e innesco), intensità e diffusività – erano ex ante atti causalmente a provocare la morte della vittima e che solo per fortuite circostanze» (la presenza di chi che hanno aiutato Giusi e l’hanno portata in ospedale) «non hanno sortito il risultato». Alla base del gesto, confermata la lite telefonica due ragazzine per l’ex fidanzato di una delle due. E parole offensive che secondo le due indagate andavano vendicate.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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