«Violenza di genere, disturbi di personalità e Comunità terapeutica» questo il tema dell’incontro promosso dalla comunità terapeutica assistita Villa Letizia e dall’assessorato alle politiche sociali del Comune guidato da Cettina Coco svoltosi nella sala consiliare. Per il sindaco Salvatore Russo, per l’assessore Coco e per la Presidente del Consiglio Arianna Santanocita «Questo evento è un ‘occasione per riflettere, pensare e agire. Tutte insieme le Istituzioni devono spingere a un cambiamento di rotta per eliminare la piaga del femminicidio e della violenza di genere e cogliere i campanelli d’allarme a partire dalla famiglia, dalla scuola e attuare iniziative per prevenire e portare le vittime a denunciare. I casi come quelli di Giulia Cecchettin che hanno sconvolto tutta l’Italia e che si aggiunge al triste computo che vede registrare un femminicidio ogni tre giorni, non sono distanti da noi. Dobbiamo essere i promotori di un cambiamento culturale, educare sin da piccoli al rispetto e soprattutto “educare alla relazione” al saper dialogare. Non dobbiamo voltarci dall’altra parte e rispondere alle richieste d’aiuto soprattutto quelle piu velate e nascoste. Dobbiamo aiutare le vittime inconsapevoli di essere cadute in una rete di abusi , violenza e sopraffazioni che possono sfociare nel dramma e spingerle ad avere il coraggio di denunciare la persona violenta alle forze dell’ordine , ai centri antiviolenza e ai servizi sociali comunali. Alla luce dell’ultimo drammatico femminicidio per il quale è stata Giulia Cecchettin a pagare con la vita lo scotto di aver cercato di comprendere e capire il suo ragazzo, dobbiamo agire per contribuire a scuotere le coscienze».
Promotrice dell’incontro è stata Ausilia Parrinello, psichiatra responsabile del Cta Villa Letizia che alla luce di un master di psicologia forense condotto da Roberta Bruzzone, ha effettuato un quadro puntuale e preciso attraverso i secoli su come «il retaggio della società patriarcale ha nuociuto alle donne, partendo dall’esempio di Adamo ed Eva che sono i primi segni di un lungo percorso di stereotipi di genere per poi arrivare ai pregiudizi, sui ruoli stabiliti per gli uomini e quelli per le donne inculcati sin da piccoli , fino a tabù , consuetudini , a discapito delle donne… tutto fino ai giorni nostri»e dopo un efficace quadro clinico di vittime e carnefici anche attraverso il filmato di Zavvo Nicolosi ha spiegato che «Nelle cta arrivano soggetti che hanno commesso violenza contro le donne e che presentano disturbi di personalità narcisistica, antisociale e borderline; ma ci sono anche le vittime di questi abusi , di queste violenze che presentano disturbi della personalità dipendente perchè assuefatte , sottomesse ai carnefici che sono dei veri manipolatori affettivi».
Lo psicologo Bruno Salvatore Riscica ha trattato su come si interviene per supportare le vittime di violenza: «L’accertamento della violenza – ha spiegato Riscica- e la presa in carico della vittima va effettuata con un certo tatto, utilizzando un approccio metodologico attraverso l’utilizzo di determinate dinamiche di ascolto adeguato, perchè la vittima ha subìto un trauma e va aiutata affinchè lo superi . Va anche utilizzato un approccio multidisciplinare attraverso piu figure , perchè ciascuna con le proprie competenze possano insieme fornire supporto fisico e psicologico».
Notevole la testimonianza di Rosa Maria Bognanni vittima di violenza che è riuscita a ritrovare la sua serenità grazie alle cure avute nel Cta Villa Letizia. La sua storia al centro di un video ha commosso tutti e ha fatto emergere quanto siano importanti i centri che danno aiuto e forniscono input per un ritorno alla normalità.
Significativo a tal proposito l’intervento del dott Fabio Alìa legale responsabile del Cta Villa Letizia che come ha sottolineato «si è perfettamente integrata gia da molti anni nel territorio. Infatti opera per restituire dignità, gioia , speranza a tanti pazienti affetti da disagio mentale che vengono aiutati e reinseriti nel tessuto sociale attraverso iniziative e progetti studiati ad hoc e condotti quasi per mano da uno staff di esperti medici , psichiatri , assistenti sociali , psicoterapeuti, operatori. Grazie a loro questi pazienti sono un valore aggiunto per la cittadina di Zafferana che li accoglie e li aiuta».
Il dott Alìa ha presentato un excursus storico puntuale e precisa sull’importanza delle comunità psichiatrìche e sulla loro evoluzione nel tempo: «Dal 1960 la provincia di Catania , dopo quella di Torino, è stata la prima ad occuparsi di “salute mentale”, anticipando di un ventennio la Legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi. L’autore di questo percorso è stato mio padre l’avv Carmelo Alìa che ha dato vita a vari Istituti di salute mentale della provincia di Catania e anche al reparto psichiatrico dell’Ospedale Cannizzaro e anche Villa Letizia è stata una vittoria importante e a lui molto cara , tanto che l’ha diretta per moltissimi anni».
Il sindaco Russo ha consegnato una targa alla memotria di Carmelo Alìa alla moglie Sara Ferrigno. L’incontro è stato scandito da momenti musicali a cura del soprano Ina Leonardi.