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La Sicilia sempre più green e digitale, Urso: «L’era dell’energia a basso costo è finita»

Il ministro delle Imprese e Made in Italy oggi ospite a Siciliafiera a Misterbianco

Di Leandro Perrotta |

Una Sicilia potenza industriale. Ma non solo: protagonista anche nell’agricoltura e nel turismo. Ne è sicuro Adolfo Urso ministro delle Imprese e Made in Italy oggi ospite a Siciliafiera a Misterbianco che ha parlato di una regione proiettata verso una «transizione digitale e green». Cita, davanti a una folta rappresentanza del mondo imprenditoriale e politico catanese e affiancato dall’onorevole Salvo Pogliese, dal sindaco di Catania Enrico Trantino e da Fabio Fatuzzo commissario nazionale alla depurazione, il futuro della Regione fatto da tre poli industriali: Termini Imerese «che abbiamo assegnato dopo 13 anni a un grande progetto industriale e logistico, ma non lasciando a casa nessun lavoratore», la Catania dell’Etna Valley e naturalmente «il polo della chimica green con Priolo Augusta e Gela». Proprio questa è l’area che ha al momento più rischi per il proprio futuro per le note vicende legate al depuratore Ias. E Urso lancia un messaggio chiaro: «Il 7 ottobre (data dell’udienza di appello ndr) mi auguro che i magistrati consentano alle aziende di lavorare mentre si creano le necessarie infrastrutture ambientali, andando oltre la decisione del Gip che ha bloccato il nostro decreto».

Urso, mentre a pochi chilometri a Siracusa si lavora per il G7 agricoltura, non dimentica anche la vocazione agroalimentare dell’isola, che con le sue eccellenze può diventare «come il Veneto, che eccelle già nei tre settori economici industria, agricoltura e servizi», citando anche la vocazione turistica della Sicilia. Ma la fetta più grande del discorso è dedicata a digitale ed energia. Con Catania al centro: «5 miliardi di investimenti per Stm, la fabbrica di 3Sun di pannelli solari, è ci portano come Paese primo in Europa per questi investimenti». L’era dell’energia «a basso costo» e dall’Est è finita “dopo la guerra in Ucraina”, quindi per Urso lo sviluppo «deve essere Mediterraneo». E qui si introduce il sogno «entro il 2030» di uno sviluppo anche nel settore energetico, con la Sicilia che secondo il ministro si candida non solo per «ospitare le centrali di controllo dello scambio energetico con l’Africa», ma anche in futuro per altre eccellenze nel settore dell’energia. «L’isola è candidata insieme a un’altra regione del Sud ad ospitare il polo di produzione dell’eolico, da rivendere poi a livello mondiale, in che creerà duemila posti di lavoro. Ma noi puntiamo anche sul nucleare, quello di terza e quarta generazione modulare arriverà entro il 2030. Stiamo lavorando col ministro Pichetto Fratin a livello legislativo. Questa tecnologia potrà alimentare singoli impianti produttivi, e soprattutto potremmo produrla noi e venderla al mondo».

La vicenda Ilva

A margine dell’incontro, spazio anche alla vicenda della ex Ilva di Taranto. «Abbiamo preso in mano il destino di quello che è il più grande polo siderurgico italiano a fine febbraio, quando vi erano appena materie prime di approvvigionamento per 4 giorni: se non l’avessimo fatto dopo pochi giorni sarebbe stato chiuso anche l’ultimo altoforno per mancanza di materie prime e ciò avrebbe portato al collasso», ha detto Urso. «In appena 6 mesi – ha proseguito – i commissari sotto le nostre indicazioni sono riusciti a risistemare la piena funzionalità di quell’altoforno e a programmare l’apertura di un secondo altoforno nell’ottobre di quest’anno e di un terzo prima nella parte prossimo anno», ha detto Urso. «Nel contempo in questi 6 mesi abbiamo creato le condizioni, anche con il prestito ponte dell’Ue, per una gara internazionale, di cui si è chiusa questa notte la fase preliminare», ha concluso il ministroCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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