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La polizia passa a setaccio Librino Spariti i pusher dopo la sparatoria

Di Redazione |

CATANIA – Dopo le riunioni del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in Prefettura e i diversi Tavoli Tecnici in Questura, nella serata di ieri ha avuto luogo un massiccio servizio di controllo del territorio nel quartiere di Librino, teatro della recente sparatoria che ha causato due morti e diversi feriti.

Sono stati impiegati equipaggi del X Reparto Mobile, della Questura, del Commissariato Librino, del Reparto Prevenzione crimine Sicilia Orientale, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, collaborati dai Cinofili antidroga dell’UPGSP e dagli Artificieri. A documentare tutto una Squadra Sopralluoghi della Polizia Scientifica che ha ripreso le varie fasi dei controlli.

L’intervento si è dispiegato con l’organizzazione di una serie di posti di controllo che hanno interessato i luoghi “caldi” di passaggio di chi va a comprare droga, specie in questi giorni di ferragosto.

Nel complesso, sono state identificate e controllate oltre 150 persone e 80 veicoli; decine sono state le infrazioni al Codice della strada, con oltre 10.000 euro di sanzioni; decine anche i sequestri/fermi amministrativi di veicoli.

Ma l’attenzione dei poliziotti è stata rivolta soprattutto al traffico di stupefacenti, i cui gestori – quei pusher che per l’occasione sono “magicamente spariti” – ne nascondono dosi e piccole quantità in deposito, pronte allo spaccio, nei luoghi più impensati. È stato così che, grazie al fiuto dei cani antidroga, sono stati rinvenuti, nel vano ascensore di uno stabile di viale Grimaldi, ben 55 dosi di marijuana (circa 100 grammi) e 38 di di cocaina per un peso di circa 11 grammi.

A “complemento” di questi servizi straordinari, l’attività quotidiana del Commissariato Librino, ha permesso di scoprire un pluripregiudicato che, nonostante l’attività svolta in quanto titolare di autolavaggio, percepisce il reddito di cittadinanza; il negozio commerciale, peraltro, era condotto in modo del tutto abusivo, anche all’evidente scopo di nascondere all’Inps il reddito derivante da detto lavoro. Ma c’è di più: a fronte dell’articolata attività commerciale per la quale si avvaleva di un’attrezzatura imponente (fatta da diversi compressori, aspirapolvere ecc.), il pregiudicato scaricava le acque reflue, sporche di grassi e di oli esausti, direttamente nel sottosuolo tramite un canale creato ad arte che è stato accertato essere colmo di fanghi, con ciò determinando un danno ambientale, in una zona ad alta densità residenziale.

Le conseguenze di tutto ciò hanno portato al sequestro penale dell’immobile, pure realizzato abusivamente sulla via pubblica, e delle attrezzature da lavoro. L’uomo, un 40enne catanese, è stato anche indagato in stato di libertà per vari reati tra cui lo scarico illegale delle acque reflue e invasione di terreni pubblici. Un ulteriore controllo ha consentito di indagare in stato di libertà, per il reato di invasione edifici pubblici, un altro pregiudicato di 36 anni in quanto, senza titolo, aveva occupato un immobile del Comune di Catania.

Infine, si sono aperte le porte del carcere Piazza Lanza per il pregiudicato Pulvirenti Paolo cl. 83, arrestato in data 11 per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e immediatamente posto agli arresti domiciliari: il magistrato, infatti, ha disposto nei suoi  confronti l’inasprimento della misura cautelare che lo ha condotto direttamente alla reclusione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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