La foce del Forcile è di nuovo balneabile «Ma ora attenti all’Acquicella»

Di Maria Elena Quaiotti / 29 Agosto 2024

Dopo il canale Arci, che resta osservato speciale anche e soprattutto in caso di pioggia, e il torrente Forcile, dove ieri mattina sono stati rimossi i cartelli di divieto di balneazione alla foce, la Sesta commissione Ambiente presieduta da Antonino Manara (Fratelli d’Italia) ha puntato di nuovo i fari sul fiume Acquicella. Diciamo di “nuovo” perché sono stati già diversi i sopralluoghi effettuati lungo il suo corso «e, al netto di interventi di pulizia di qualche mese fa in alcuni tratti come a Fossa Creta, la situazione è sempre la stessa» ha spiegato ieri Manara nel corso della seduta che aveva previsto la presenza dell’assessore alle Manutenzioni Giovanni Petralia, non pervenuto. Ma che verrà invitato di nuovo la prossima settimana, insieme al direttore dell’Ecologia Lara Riguccio.

Manca «il controllo sulla qualità delle acque»

Ad accomunare i tre corsi d’acqua è il fatto che sfocino alla Plaia, se pur in tre punti diversi, ma anche l’evidenza che manchino del tutto «il controllo sulla qualità delle acque e la pulizia degli alvei. L’Acquicella in particolare – ha precisato ancora Manara – è nella stessa condizione da 12 anni, all’altezza di via Acquicella Porto 27 si è creato un isolotto di detriti, vegetazione e materiale di diverso tipo che in caso di piena fa esondare il fiume allagando le case vicine. Non è la sola criticità, sono diversi i punti in cui occorrerebbe intervenire con urgenza, ma soprattutto vogliamo conoscere i dettagli del progetto di riqualificazione dell’intero fiume per cui ci sono finanziamenti. Quali? Quanto? Per cosa?».
In realtà i fondi sono stati stanziati per la redazione del progetto, ancora in corso, solo una volta completato si potrà capire la portata dei finanziamenti necessari alla manutenzione del fiume che dalla collina di Monte Po lambisce via Palermo (altro punto sensibile, ricordiamo la piena e l’allagamento dell’ospedale Garibaldi Nesima ad ottobre 2021), il Cimitero, attraversa la rotonda del Faro e sfocia all’inizio della Plaia, vicino al porto.

La tura impedisce alle acque del canale Arci di finire in mare

Invece ancora ieri alla foce del canale Arci, che solo grazie alla tura ripristinata lungo la Ss 114 dopo la pioggia di dieci giorni fa non sfocia più a mare (almeno per la durata della stagione estiva e fino alla prossima pioggia), si è osservato il fenomeno poi in parte rientrato della formazione di una sorta di schiuma chiara. Ma anche senza schiuma la qualità dell’acqua non si può dire di certo cristallina. «È un indicatore di una ipertrofia del corpo idrico, in pessime condizioni qualitative – ci ha spiegato Giuseppe Cirelli, professore ordinario di Idraulica agraria all’Università di Catania – Per capire da cosa sia causato bisognerebbe fare le opportune analisi, anzi bisognerebbe chiedere agli enti competenti perché non venga fatto un controllo direttamente sul corpo idrico prima che si sversi a mare in maniera tale da caratterizzare il contenuto. I campioni prelevati in mare risentono di un “effetto diluizione” oltre al fattore delle correnti, e potrebbe non far rilevare inquinamento. In questo caso, l’Arci si ferma prima del mare e quello che sta arrivando non mi pare dia garanzie di qualità: è una situazione estremamente grave e complessa che deve essere risolta a monte, e non con lo sbarramento».

Pubblicato da:
Leandro Perrotta