«Io, rientrato dal Nord, in isolamento da oltre 40 giorni: mi sento un carcerato»

Di Redazione / 17 Aprile 2020

CATANIA – Li chiamano i «quarantenati» senza fine. Sono alcuni giovani e non, rientrati in Sicilia dal Nord e ancora costretti all’isolamento a casa anche se i 14 giorni sono trascorsi senza che abbiano avuto sintomi. Potrebbero essere, però asintomatici e per questo sono necessari i tamponi. Tamponi che però ritardano sino al paradosso. Tra i tanti casi, che vengono segnalati c’è la giovane rientrata e registrata il 17 marzo. Si trova in isolamento e lavora in modalità smart working. Ad oggi non ha ricevuto la convocazione per il tampone. Ha contattato il distretto sanitario di Giarre ma riferiscono di non avere tamponi e non sanno dare informazioni. Inoltre se l’azienda per cui lavora non dovesse prolungare il permesso peril lavoro agile (valido fino a domani, 18 aprile) sarebbe costretta a chiedere le ferie.

Un’altra signora rientrata a Giarre il 23 marzo, attende ancora l’appuntamento per fare il tampone. L’azienda per cui lavora dovrebbe riaprire e se non si presentasse rischierebbe il lavoro.

Ma tra i tanti casi paradossali ce ne sono due che attirano maggiormente l’attenzione.e in particolare quello di un imprenditore catanese, in isolamento dopo il suo rientro dal 3 marzo. L’uomo dopo 40 giorni a casa scrive all’Asp: «Buongiorno avrei bisogno di chiudere la mia segnalazione dopo 40 giorni di isolamento. In tutto questo lungo periodo non ho avuto alcun sintomo Covid e sto bene. Potreste inviarmi la certificazione di fine quarantena?». Il dipartimento prevenzione risponde. «Gentile signore le evidenziamo che ad integrazione delle precedenti ordinanze, che già imponevano l’obbligo di permanenza domiciliare, mantenendo 14 giorni di isolamento, le ordinanze 5, 6, 7-2020 impongono le seguenti misure….».

Quindi l’Asp ripete come un mantra i divieti: quello ad uscire e ricevere visite… aggiungendo alla fine che i soggetti «saranno contattati telefonicamente dal distretto sanitario per l’effettuazione del tampone a ridosso della conclusione del termine di quarantena». Ma in questo caso se il termine di quarantena sono i 14 giorni previsti questo imprenditore si accinge a raggiungere il traguardo delle tre quarantene trascorse a casa… Insomma può uscire o no»? Perché altrimenti non è errato considerare la sua una sorta di “arresto domiciliare” non dichiarato da parte delle autorità….


Altro episodio analogo a Giardini Naxos. A raccontarlo il Codacons: «Provoca incredulità quanto accaduto a un professionista che, rientrato in Sicilia da Roma il 14 marzo, si trova ancora oggi in isolamento a Giardini-Naxos senza possibilità di andare a fare la spesa. Lo stesso racconta che, 14 giorni dopo il suo arrivo e dopo aver compiuto tutte le formalità richieste per l’autodenuncia è stato contattato per il tampone. Dopo essersi sottoposto al tampone, racconta di essere stato rassicurato del fatto che una volta ottenuto l’esito – al più tardi nelle 48 ore successive – avrebbe potuto cessare l’isolamento. Senonché, il professionista denuncia che “Da allora sono passati oltre 17 giorni e non ho avuto alcun esito del tampone e mi trovo dunque ancora in quarantena, in una sorta di “arresto domiciliare”».

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