Catania – Quella di sabato scorso, 25 novembre, è stata fra traffico e primavera fuori stagione una delle giornate più “nere” per l’aria della città, così come l’ultimo scorcio del mese appena archiviato. Ma in quel giorno, in particolare, al culmine di un “bellissimo novembre” con decine di cantieri, la centralina del viale Vittorio Veneto, che “fotografa” gli effetti del traffico cittadino in uno degli snodi più critici, ha rilevato che i parametri dell’inquinante in assoluto più minaccioso per l’atmosfera della città e le vie respiratorie dei catanesi, ovvero il biossido di azoto (No2, causato da ingorghi e soprattutto vecchi diesel), hanno raggiunto i 119,7 mg al metro cubo, relativamente alla media oraria, che è dato diverso dalla media annuale. Si tratta di un valore per la città molto elevato e preoccupante, anche se la soglia di assoluto allarme è fissata in 200 mg al metro cubo, da non superare per oltre 18 volte all’anno, che è poi il pericolo ambientale e sanitario che spesso porta al blocco del traffico nelle città del nord. Nello stesso nerissimo 25 novembre, la centralina all’interno del parco Gioeni ha rilevato una media oraria di 69,9 mg al metro cubo di No2, dato in realtà però altrettanto alto e forse maggiore del viale Vittorio Veneto considerando la posizione sopraelevata della cabina che “replica” solo parzialmente l’inquinamento della caotica circonvallazione.
I parametri delle polveri sottili sono invece sotto controllo, pur oscillando nei giorni più critici oltre i 40 mg al metro cubo, non così lontano dal limite di 50. Il vero problema dell’aria di Catania è insomma la concentrazione di biossido di azoto, che nella media annuale dovrebbe stare entro i 40 mg al metro cubo, e che invece in città oscilla intorno a 50. Quando respiriamo questo gas, la combinazione con l’acqua del nostro corpo produce acido nitrico, sostanza molto irritante che mette a dura prova le vie respiratorie, con alti rischi per i soggetti più fragili. Trovare il “responsabile” non è difficile, di certo non è stata colpa dei riscaldamenti domestici, praticamente inutili nel “bellissimo novembre” che ha scaldato Catania, e nemmeno delle industrie, ovvero di quel poco che ne resta dalle nostre parti, purtroppo.
«Il mese di novembre è stato uno dei peggiori per la qualità dell’aria in città – spiega il dott. Carmelo Oliveri, responsabile della rete di monitoraggio ambientale del Comune – e questo a causa delle numerose giornate con alte temperature e scarse piogge e ventilazione, combinate col traffico di una città in cui si usa ancora troppo l’auto, con l’aggravante di un parco mezzi privato tra i più inquinanti d’Italia, e un numero elevatissimo di vecchi diesel ancora in circolazione. I dati sono migliorati negli ultimi tre giorni, col calo delle temperature e un po’ di pioggia e vento».