MILANO – Il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto che vengano condannati a pene fino a 6 anni e dieci mesi di reclusione dodici imputati, tra cui la funzionaria del Comune di Milano, poi sospesa, Giovanna Afrone, nel processo con rito abbreviato davanti al gup Giusi Barbara sulle presunte infiltrazioni della cosca mafiosa catanese dei Laudani in appalti della Lidl in Italia e di Securpolice, consorzio di società, ora commissariato, che si occupava di servizi vigilanza anche per il Tribunale milanese. Il pm, in particolare, ha chiesto una condanna a 5 anni per Afrone, all’epoca responsabile del Servizio Gestione Contratti Trasversali del Comune di Milano, mentre la richiesta più alta (6 anni e 10 mesi di carcere, più un anno di libertà vigilata) è stata avanzata nei confronti di Antonio Saracino. Quest’ultimo, insieme a Giuseppe D’Alessandro e ad Antonio Catania (la richiesta per loro è stata, rispettivamente, di 5 anni e 10 mesi e di 6 anni di reclusione), è anche coinvolto nel filone “pugliese” dell’inchiesta milanese con al centro denaro incassato con reati di natura fiscale e poi riciclato e utilizzato dal vicepresidente onorario del Foggia Calcio, Ruggiero Massimo Curci, arrestato lo scorso 4 dicembre, anche per il pagamento in nero degli stipendi di calciatori.
Il pm Storari ha inoltre chiesto la confisca di oltre 300 mila euro di beni sequestrati preventivamente ad imputati e a quattro società. Per il prossimo primo febbraio è prevista la decisione sugli abbreviati, su due patteggiamenti e su altre posizioni in udienza preliminare. Davanti al gup, infatti, pendono anche le istanze di patteggiamento a pene di 3 anni e 4 mesi e 3 anni e 3 mesi avanzate da Domenico Palmieri, ex dipendente della provincia di Milano e anche sindacalista, ritenuto «facilitatore» degli affari degli imprenditori vicini alla cosca e da Orazio Elia, ex dipendente della Regione. Palmieri, secondo le indagini, sarebbe riuscito a far ottenere ad alcune imprese al centro delle indagini l’assegnazione dell’appalto per le pulizie degli edifici scolastici comunali per 40 mila euro proprio grazie alla sua conoscenza con Giovanna Afrone.
L’11 gennaio, intanto, davanti alla settima sezione del Tribunale milanese ripartirà il processo immediato a carico di Alessandro Fazio, uno dei due fratelli ex titolari della Securpolice e di altre sette persone, tra cui Luigi Alecci, Emanuele Micelotta e Giacomo Politi, ritenuti, come i fratelli Fazio, i «promotori» dell’organizzazione criminale.