ROMA- Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL), ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di Trecastagni (CT), Surbo (LE), San Gregorio d’Ippona (VV) e Briatico (VV), in ragione delle riscontrate ingerenze da parte della criminalità organizzata.

Per quanto riguarda Trecastagni tutto prese il via dall’inchiesta «Gorgoni» – della Direzione investigativa antimafia diretta da Renato Panvino su disposizione del procuratore capo Carmelo Zuccaro – che nel novembre scorso portò all’arresto di 16 persone (alcune finite in carcere e altre ai domiciliari), aprendo così uno squarcio sulla gestione degli appalti nel settore rifiuti, con gli uomini dei clan Cappello e Laudani che si ponevano come “mediatori” fra le imprese e i funzionari pubblici. Risultano indagate diciotto persone e sono coinvolte due società, la E.F. Servizi Ecologici srl, con sede a Misterbianco e la Senesi Spa, con sede a Porto Sant’Elpidio, provincia di Fermo, nelle Marche.

Dalle indagini gli inquirenti focalizzarono irregolarità e presunte collusioni nelle gestioni degli appalti del comparto rifiuti nei comuni di Aci Catena, Misterbianco e Trecastagni con una montagna di intercettazioni che coinvolgevano, nello specifico, dirigenti del settore Ecologia del Comune di Trecastagni.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stata proprio la mafia a fare da arbitro “giudice”, sistemando un contenzioso tra Comune e imprese che litigavano per un appalto. Gli uomini della Dia di Catania, coordinati con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia della Procura, fecero luce su un intreccio tra imprese, dipendenti comunali, amministratori e criminalità organizzata proprio nell’ambito delle assegnazioni degli appalti per la gestione del servizio e lo smaltimento dei rifiuti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA