CATANIA – A un anno e due mesi di distanza dall’inchiesta “Bulldog”, nata da un’operazione della Squadra Mobile della Questura su beni di Cosa Nostra, sono arrivate in primo grado dodici condanne. Tra queste, c’è anche quella a 11 anni e 6 mesi di reclusione a Roberto Vacante (nella foto), marito di Irene Grazia Santapaola, figlia di Salvatore, deceduto nel 2003, quest’ultimo fratello di Benedetto. E poi c’è anche un’assoluzione e la confisca di sette aziende e quote societarie.
È questa la sentenza del gup di Catania, Pietro Currò, nell’ambito del processo col rito abbreviato per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni che sfociò in arresti e sequestro beni il 21 gennaio del 2016.
Le indagini evidenziarono la particolare attitudine verso il settore economico e il riciclaggio dei proventi delle attività riconducibili alla famiglia Santapaola e il posto di rilievo, nell’attività del gruppo, nel “recupero crediti”, cioè il ricorso da parte del creditore privato a criminali invece che a vie lecite.
Oltre a Roberto Vacante, detenuto in regime di 41 bis, accogliendo la richiesta del pm Rocco Liguori, sono stati condannati: Giuseppe Massimiliano Caruso (8 anni e 2 mesi), Santo Patanè (7 anni e 6 mesi), Salvatore Di Bella (7 anni), Francesco Russo (6 anni e 4 mesi), Mario Aversa (2 anni e 4 mesi), Giuseppe Celestino Vacante (3 anni e 6 mesi), Danilo Di Maria (3 anni e 2 mesi) e a due anni ciascuno Nunzio Giarrusso, Nunzio Di Mauro, Angelo Lo Re e Giacomo Savaglia. Il gup ha invece assolto, perché il fatto non sussiste, Daniele Furnari.
Il giudice ha inoltre disposto la confisca dell’impresa individuale “Sportilia di Santapaola Grazia Irene”, di quote della “Parking car srl unipersonale”, dell’impresa “Giarrusso Catering”, di quote della “Satin Blu”, della “Bull Dog Camp”, di un autolavaggio e del ramo d’azienda destinato alla gestione del ristorante “l’Oste di Tremestieri” (unità locale de “La Rena Rent Car”).