Catania
Inchiesta “12 Apostoli”, Daniele Capuana: «Estraneo ai fatti. Basta essere tirato in ballo»
CATANIA – «Trovo ingiusto essere stato tirato in ballo dai mass media in una vicenda già per me molto difficile a causa della mia parentela con il principale indagato. Come cittadino credo nella giustizia e credo anche che le uniche sedi in cui debba essere giudicata l’innocenza o la colpevolezza di un individuo siano esclusivamente i Tribunali». Lo afferma Daniela Capuana, ex assessore dell’ex Provincia di Catania, sull’inchiesta “12 apostoli” in cui il padre Pietro è indagato per violenza sessuale su minorenni.
«Ho piena fiducia nell’operato della magistratura – aggiunge Daniele Capuana – oggi come ieri. Ribadisco infine quanto già espresso dalla Procura, ovvero di essere del tutto estraneo ai fatti oggetto delle indagini, tanto più che da anni la mia attività politica non ha più alcun legame con l’associazione. Da allora infatti ho scelto di continuare autonomamente la mia vita politica. Ho già incaricato il mio legale – annuncia infine Capuana – di valutare ogni azione per tutelare nelle sedi opportune la mia immagine e i miei diritti finora ingiustamente e gravemente lesi».
Intanto il direttivo dell’associazione cattolica Cultura ed Ambiente dichiara «la totale disponibilità nei confronti della Magistratura e della Chiesa al fine di fare chiarezza su fatti e dichiarazioni che ledono fortemente le migliaia di persone e famiglie che da anni sono al servizio della collettività». «Il direttivo a nome di tutta la Comunità di Lavina – si legge ancora in una nota – ha piena fiducia nel lavoro della magistratura ed auspica che si possa arrivare presto alla verità, nella convinzione dell’estraneità degli attuali indagati». L’inchiesta a cui fa riferimento la nota è l’operazione “12 apostoli” in cui sono indagati i leader dell’associazione, Pietro Capuana, accusato di violenza sessuale su minorenni, e tre sue collaboratrici. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA