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Il vigile urbano aggredito a Catania, il Gup: «Contro le indagini omertà»

Di Redazione |

CATANIA – «Le indagini della polizia giudiziaria, oggettivamente condotte senza risparmio e con notevole impiego di risorse, si sono dovute confrontare con l’estrema omertà di chi senz’altro ha assistito ai fatti» e al «silenzio, pure a fronte dell’evidenza di circostanze incontestabili, tenuto dai familiari» dell’imputato, «pure fortemente sospettati di avere partecipato e comunque assistito a una “spedizione punitiva”». Lo scrive il Gup Giancarlo Cascino nelle motivazioni della sentenza di condanna, emessa il 18 maggio scorso, a 4 anni e 10 mesi di reclusione per lesioni personali aggravate nei confronti di Orazio Di Grazia, il 22enne accusato di avere aggredito, il 2 settembre 2017, l’ispettore della polizia municipale di Catania, Luigi Licari, per mesi in coma a causa dei postumi di un violento trauma al capo, aggredito durante un servizio in via del Rotolo.

L’imputato ha confessato, poi ritrattato e poi confermato, di avere colpito il vigile urbano con uno schiaffo perché l’ispettore lo avrebbe colpito due volte allo stesso modo al volto. Ricostruzione, scrive il Gup, che «non trova riscontro in testimonianze neutrali». Confessione che, osserva il Gup, «dopo un alibi accertato falso» è giunta «in un momento in cui la protrazione del mendacio era francamente non sostenibile». E anche il contributo alle spese mediche di 10 mila euro versato alla parte offesa «non rappresenta» per il Gup «segno di obbiettiva ed auspicabile resipiscenza, mai fatta trasparire nelle numerose intercettazioni, quanto piuttosto inquadrandosi in un’ottica palesemente votata all’attenuazione delle conseguenze penali».

Le indagini sull’aggressione all’ispettore Licari sono state eseguite dalla squadra mobile della Questura coordinata dal sostituto Santo Di Stefano e dall’aggiunto Ignazio Fonzo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA