Il premier ai medici: «Su sanità va fatto discorso strategico»

Di Carmela Marino / 15 Novembre 2016

CATANIA – «Nella sanità quest’anno abbiamo  messo due miliardi di euro in più. Oggi ho letto che stiamo per togliere l’Imu per mettere l’Imi, siamo a compro una vocale di  Mike Buongiorno… E’ una cosa che non sta né in cielo né in  terra. Noi non aumentiamo le tasse, vogliano tagliarle». E’ uno dei tanti passaggi del discorso fatto dal premier Matteo Renzi che allo Sheraton di Aci Castello ha incontrato i rappresentanti della sanità siciliana, in quello che è stato il secondo appuntamento della sua visita a Catania (il primo l’inaugurazione della Torre Biologica intitolata a Ferdinando Latteri). «Sono qui per dire che, se crediamo al futuro dell’Italia, sul tema della sanità va fatto un discorso strategico».

«Nel Referendum, sulla salute ci sta soltanto il perché una Regione può acquistare un farmaco salvavita dopo due mesi e altre dopo due anni. Il centro di committenza unico per gli acquisti permette risparmi, e i soldi non spesi rimangono alle Regioni per la salute. Un governo deve avere consapevolezza che sulla salute deve mettere più soldi».

Sulla partecipazione di Renzi all’incontro dell’Ordine dei Medici Chirurghi della Provincia di Catania è intervenuto con una nota polemica il M5S Sicilia, classificando come un fatto grave e dal contenuto inopportuno l’invito rivolto dal presidente dell’Ordine, Massimo Buscema ai 10.000 iscritti di partecipare all’incontro con il premier. 

«Contestiamo – dicono i parlamentari – non tanto il fatto di aver organizzato un incontro istituzionale e quindi il necessario dialogo tra ordine professionale e istituzioni, quanto l’aver inserito nella discussione il referendum e aver velatamente invitato ad informarsi sulle ragioni del si», in barba ai principi di terzietà e par condicio che un organo imparziale dovrebbe avere. La bistrattatissima sanità siciliana, sulle cui condizioni il Pd ha certamente grandissime responsabilità, non può e non deve diventare il grimaldello per entrare a gamba tesa su importanti questioni come il referendum costituzionale. Ci auguriamo che i medici siciliani concordino sulla gravità del fatto e richiamino il proprio rappresentante a tenere l’atteggiamento equidistante e super partes che il suo ruolo richiede».

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Redazione
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