L’annuncio, non proprio velato, è di Nello Musumeci a margine della presentazione della Fiera Mediterranea del Cavallo, che si terrà tra pochi giorni nella recuperata Tenuta di Ambelia, fra Scordia e Militello. Un’affermazione che svela una prospettiva precisa su uno dei luoghi più significativi del futuro urbanistico della città.
«Non è ancora detta l’ultima parola – ammette poi il presidente – ma abbiamo già avviato una serie di colloqui con l’Università e con il Comune. Riteniamo che quella di polo museale possa essere la scelta migliore: alla città manca un museo dell’Etna, un museo di vulcanologia e c’è bisogno di una razionale sistemazione dei musei dell’Università».
Dall’entourage del presidente trapela che sono allo studio ipotesi di riutilizzare non tutti i manufatti presenti all’interno della vasta area del Vittorio, ma di salvaguardare solo quelli di pregio storico.
Musumeci è molto attento a guidare questa riconversione. Sa bene che bisogna fare presto. La conferma viene anche dalla Soprintendenza dei Beni culturali.
«Saremo coinvolti quanto prima in questo processo decisionale – afferma la soprintendente, Rosalba Panvini – avendo competenza su tutta quell’area. Certamente l’idea è di realizzare un polo museale seppure diverso dal museo archeologico che dovrà nascere all’ex Manifattura Tabacchi. Sarà il presidente a rivelare i dettagli a tempo debito».
Insomma, un percorso che sembra segnato, nonostante le diverse proposte di riutilizzo provenienti da associazioni e comitati che operano in città, che spingono per lasciarvi un presidio sanitario e insediarvi attività abitative e al servizio del quartiere. Proprio domani mattina alle 10, nell’ambito della terza edizione della Jane’s Walk, Ciccio Mannino, presidente di Officine Culturali e da “D’Ove Ripensare la città”, condurranno una passeggiata proprio per discutere delle destinazioni future di tre degli ospedali del centro storico: Vittorio Emanuele, Santo Bambino e Santa Marta.
Intanto, andati via i reparti del Santo Bambino, il Vittorio Emanuele si svuota pian piano. I locali del pronto soccorso sono ormai chiusi, idem i reparti di ortopedia al secondo piano del corpo principale. La medicina di urgenza e chirurgia sono state trasferite al Policlinico. La clinica ostetrica è stata la prima ad essere chiusa. «La struttura – spiega Calogero Coniglio, segretario Fsi-Usae Sicilia – è dotata di un impianto di videosorveglianza possente, installato in seguito alle aggressioni. Ritengo che un poliambulatorio potrebbe trovare posto in quest’area al servizio di un vasto quartiere come San Cristoforo».
Intanto, alcuni senzatetto trovano già rifugio all’interno dell’area vicina all’ex pronto soccorso.