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Il dissesto del Comune di Catania riaccende lo scontro tra Pogliese e Bianco

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Mentre la città affonda in un mare di debiti e da mercoledì sera, col voto del Consiglio comunale,  è ufficialmente in fallimento (è la prima città metropolitana ad assaggiare la crisi di un default) la politica torna a litigare sulle responsabilità che probabilmente saranno appurate dalla magistratura che ha aperto un fascicolo sul disastro delle casse.

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Ieri il sindaco Pogliese, conversando con i giornalisti, ha avuto parole dure e inequivocabili nei confronti dell’ex sindaco Enzo Bianco, che , pur essendo consigliere, non si è visto in Aula né per l’approvazione del Rendiconto 2017, né per la dichiarazione ufficiale di dissesto: «L’assenza più importante, permettetemi di dirlo – ha detto Pogliese – è quella dell’ex sindaco Enzo Bianco che, in materia ritengo, assolutamente oltraggiosa nei confronti della nostra città, non soltanto del senato cittadino, per l’ennesima volta ha dato forfait. Lo ha fatto anche quando è stato approvato il rendiconto 2017, quindi afferente alla sua attività amministrativa. Rendiconto – ha puntualizzato il sindaco – che è bene sottolinearlo, era fondamentale approvare per sbloccare 31 milioni e 600 mila euro di contributo del ministero dell’Interno. Lo ha fatto – riferendosi ancora a Bianco -in tutte le sedute di consiglio comunale, ma ognuno risponde dinnanzi alla propria coscienza».

Per approfondire leggi anche: LA POLEMICA PER LE ASSENZE1

L’ex sindaco Bianco è invece intervenuto con una lunga nota sulla dichiarazione di dissesto, ribadendo che le origini partono da lontano e che già il predissesto era stato avviato sei anni fa, quindi prima del suo insediamento in Comune, nel 2013.  «Con il dissesto – dice Bianco – è stata scritta una pagina delle pagine più tristi nella storia della città. Da domani Catania dovrà rialzarsi, come peraltro ha sempre fatto nel corso della sua storia. Non posso non avere una grande amarezza pensando allo splendore che Catania mostrò a tutta Italia e non solo, sulla soglia del nuovo millennio, con la “Primavera”: quella della vivacità imprenditoriale e culturale, con la nascita dei caffè concerto piuttosto che dell’Etna Valley. E a come inopinatamente, negli anni successivi, quello sviluppo e quella credibilità siano stati sciupati. Di certo andranno in ogni modo ed in ogni sede accertate le responsabilità, storiche e non solo. Noi lo pretendiamo e tutta la città lo merita. D’altronde, come autorevolmente affermato anche ieri dall’amministrazione comunale, il dissesto è l’ultimo passo del predissesto avviato sei anni fa, dopo che furono dilapidati i brillanti risultati degli anni ’90. Un esito a cui noi ci siamo opposti in tutti i modi negli ultimi cinque anni ma che sicuramente scontava una situazione di partenza di malamministrazione, di debiti visibili e nascosti, che oggi la Corte dei Conti ha ritenuto impossibili da ripianare. Occorre adesso avere fiducia, anche ripercorrendo gli eventi del passato. Il percosso virtuoso che avevamo ideato e realizzato prima del 2000, infatti, nasceva subito dopo un periodo nero, con gli oltre 100 omicidi di mafia l’anno ed il tracollo dei Cavalieri del lavoro e delle loro aziende, con migliaia di famiglie ridotte sul lastrico. Catania si é rialzata allora e si rialzerà oggi. Con senso di responsabilità la nostra opposizione ha lavorato e lavorerà affinché Catania possa risorgere. Io stesso continuerò ad operare per questo obiettivo, a Roma , a Bruxelles, a Catania, in tutti i ruoli istituzionali e politici».

Parla invece di “partito del dissesto” il consigliere del misto ed ex assessore di Bianco all’Urbanistica, Salvo Di Salvo: «Nella Giunta Pogliese ha prevalso il partito del dissesto. Ora sarà macelleria sociale», mentre il segretario Pci, Luca Cangemi invita a «una stagione di lotta che veda il protagonismo dei cittadini e dei lavoratori. Bisognerà vigilare affinché il dissesto non sia occasione per nuove speculazioni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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